Lettera ad un collega esperto: Il direttore sanitario dell’ospedale di cariati, risponde ai velati attacchi al comitato civico pro ospedale, pubblicati in data 2 luglio 2011

Lettera ad un collega esperto Credo, senza peccare di presunzione, di essermi identificato nell’unico dirigente medico facente parte del cosiddetto“ comitato civico”, In un articolo di stampa apparso sul quotidiano della Calabria in data 02.07.2011 riguardante l’ospedale di cariati , Il far parte del suddetto comitato è avvenuto con il tacito consenso degli altri colleghi previa informativa scritta e motivata. Caro collega, nel far parte del famoso comitato dove tu , “ medico ospedaliero gran conoscitore delle problematiche sanitarie” non sei mai apparso o quantomeno se presente ( essendo stato il comitato sempre aperto a tutti) non hai mai espresso il tuo parere ; io, contrariamente a te, dott. Michele Caligiuri, ho espresso sempre la mia opinione sia come libero cittadino sia come tecnico a difesa o meno dell’ ospedale, ma stando sempre comodamente con i due piedi in due comode scarpe. Se sei disposto, tralasciando gli “ovvi motivi di riservatezza”, mi piacerebbe confrontarmi con te sulle problematiche sanitarie con un dibattito pubblico. In verità però , dubito che tu esista, comunque nel caso mi sbagliassi ti aspetto. Nel dubbio, quindi,e qui mi riferisco a chi ha scritto l’articolo, gli affondi, sono micidiali solo se riconducibili ad un “cecchino” cioè colui che spara alle spalle nascosto nel buio, oppure cecchino potrebbe essere colui il quale, nascosto dietro il “virgolettato”, con la scusa degli ovvi motivi parla a nome di un fantomatico ed esperto medico evitando, così, il confronto. Nell’ipotesi e solo nell’ipotesi che questo “medico esperto” non esista, l’ovvia deduzione è che c’è malafede e disonestà sia intellettuale che professionale. L’onestà invece, è: “la qualità umana di agire e COMUNICARE in maniera sincera ,leale e trasparente in base a principi MORALI …… questo comporta d’ astenersi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo in rapporto alla propria condizione alla PROFESSIONE (sic!)che esercita ed all’ambiente in cui si vive” (wikipedia). L’agire di ognuno , spesso è dettato dalle circostanze in cui ci si trova, che a volte possono indurre a sbagliare, l’importante è agire secondo coscienza e lucidità. Faccio un esempio; se una persona la mattina appena sveglio invece di bere un salutare bicchiere di acqua, considerato il colore, beve un corrispondente bicchiere di grappa , la lucidità e quindi l’agire è seriamente compromesso! Chiaro il concetto?….limpido come la grappa! chiedere all’amico medico esperto se questo non è vero! …. Ti/vi lascio con un pensiero del…. nostro Corrado Alvaro: “La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società, è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”….. per il vostro agire, penso che siate già sulla buona strada, ma non illudetevi, però,pensando che tutti siano disperati come voi! Michele Caligiuri

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