L’emergenza si risolve unendo il territorio.

Non abbiamo mai considerato, e continuiamo a non considerare, nostri interlocutori le aziende private che operano nel settore dei rifiuti le quali, legittimamente, perseguono la loro ragione sociale, ovvero il profitto. Il nostro obiettivo è un altro: costruire un ciclo dei rifiuti virtuoso, quindi economico per i cittadini, senza rischi sanitari e che crei più posti di lavoro, per questo nostre uniche interlocutrici sono le istituzioni responsabili di quanto sta accadendo. Ci limitiamo a qualche precisazione per evitare disinformazione. «C’è più di un motivo per ritenere, come anche la cronaca giudiziaria di questi anni dimostra chiaramente, che gli interessi politico-malavitosi non siano stati estranei a scelte che garantivano, evidentemente, la massimazione dei profitti. Tale situazione appare ancora più sintomatica nel valutare le inadeguate risposte ottenute in alcuni casi dalle procure della Repubblica competenti per territorio le quali, a fronte di copiose e dettagliate informative per gravi reati ambientali, alcune delle quali con richieste di misure cautelari, reali e personali, non hanno adeguatamente valorizzato le complesse e articolate attività investigative, creando una pericolosa e generalizzata sensazione d’impunibilità nei pubblici funzionari compiacenti e nelle imprese private colluse, “avvertita” concretamente in occasione di alcune ispezioni e di acquisizione documentale presso alcuni uffici della pubblica amministrazione e presso aziende operatrici nel campo dei rifiuti». Sarebbe davvero inquietante, per quanto riporta la relazione della Commissione Parlamentare sui rifiuti in Calabria, presieduta non da “ambientalisti” ma dall’onorevole del PDL Pecorella, SE NON fosse diffuso un allarme sociale, soprattutto in questa fase di estrema, prevista, emergenza. Inoltre c’è da precisare, nel rispetto dell’attività di ogni azienda, che il comparto dei rifiuti (quindi anche i posti di lavoro) oggi si regge esclusivamente sulle tasche dei cittadini, attraverso sovvenzioni dei Comuni, del Commissario, dell’Assessorato Regionale. E’ certo che una diversa organizzazione del ciclo dei rifiuti (sistema pubblico basato sulla differenziata spinta finalizzato al riciclo ed al riutilizzo) sarebbe più economico per i cittadini pur creando più posti di lavoro. Esprimiamo soddisfazione per l’ordinanza del Sindaco Antoniotti che tutela i cittadini di Contrada Amica, di Contrada Bucita e di tutto il territorio di Rossano: abbiamo denunciato ripetutamente il problema dei mezzi non a norma che rilasciano percolato e odori nauseabondi per strada, e si tratta di uno dei tanti problemi del ciclo dei rifiuti non più rimandabile. Occorre precisare però che i camion che transitano sulla provinciale non sono diretti alla Discarica come indicato dal comunicato, sotto sequestro e per cui la nostra proposta è la chiusura definitiva e la bonifica come per Olivellosa, bensì all’impianto di trattamento. Fra l’altro un transito verso l’impianto di trattamento che non è legato ad una situazione particolare, ma ai livelli di raccolta differenziata. Una discarica in più, insomma, non diminuirebbe il flusso di camion verso l’impianto, la raccolta differenziata, invece, lo azzererebbe. In quell’impianto, invece, si consuma una vera e propria truffa ai danni dei cittadini di tutto il territorio, come stiamo denunciando da settimane, in quanto quell’impianto (pubblico gestito da privati), che dovrebbe produrre CDR e FOS, non produce nulla di riutilizzabile ed il risultato della lavorazione finisce nuovamente in discarica, seppure il trattamento viene pagato copiosamente dai cittadini. E’ nostra premura sottolineare questo ed altri aspetti della situazione attuale nell’incontro che abbiamo chiesto, ormai da mesi, al primo cittadino della città bizantina, per confrontarci su proposte per uscire da questa emergenza tutelando gli interessi dell’intero territorio e dei cittadini. Per le stesse ragioni abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro col sindaco Gagliardi di Saracena, il quale nei giorni scorsi si era espresso, tra le altre cose, anche a proposito della discarica di Scala Coeli e dell’attuale emergenza. Si è trattato di un incontro molto utile, in cui i comitati hanno ampiamente espresso le numerose e profonde ragioni di preoccupazione e contrarietà rispetto alla lontana possibilità di apertura della discarica di Scala Coeli. Speriamo possa risultare il primo passo di un percorso per costruire su tutto il territorio un piano di rifiuti virtuoso che preveda il riciclo e riutilizzo. Nel rimarcare la contrarietà all’apertura di nuovi impianti, all’allargamento di quelli esistenti o ad ulteriori abusi sul nostro territorio perché non necessari, richiamiamo nuovamente gli organi competenti alle loro responsabilità affinché facciano il loro dovere. Il ciclo dei rifiuti calabrese è come un lupo, noi stiamo difendendo l’agnello, che è la nostra terra, per farlo morire di fame. Qualcuno, purtroppo, vorrebbe ammazzare l’agnello per mantenere vivo il lupo.

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