Legambiente Calabria: rispetto per il mare e per gli esseri viventi che lo abitano

E’ causa di grande sconcerto quanto pubblicato da una nota testa giornalistica on line di Catanzaro relativamente  ad un pescatore amatoriale che avrebbe “ tirato su”, con “l’ausilio di una semplice canna, dallo specchio di mare antistante Roccelletta di Borgia a due passi da Catanzaro” un esemplare di pesce, “secondo alcuni esperti una manta”, “piu’ grande della norma con un coda chilometrica ed una forma singolare” che “ha suscitato la curiosità dei bagnanti”.

Il povero animale  riprodotto nella fotografia allegata all’articolo diffuso nel web, non sembra essere, per fortuna, una manta ( Mobula mobularum) come ipotizzato dai giornalisti ma un’aquila di mare ( Myliobatis aquila).

La “Mobula mobular” è, infatti, animale raro che è assolutamente vietato anche avvicinare, toccare o molestare. Figuriamoci pescarlo ed ucciderlo……Si tratta di una specie, presente nel mar Mediterraneo, non pericolosa per l’uomo e del tutto pacifica dotata solo di un aculeo dove inizia la coda a fini difensivi. Secondo quanto precisato dall’Ispra la manta è un animale protetto  dalla legislazione internazionale e listato sia nell’appendice 2 della Convenzione di Berna sia nell’allegato II del protocollo SPA /BIO della Convenzione di Barcellona in quanto specie considerata vulnerabile.

La “Myliobatis aquila” e’ una specie  bento-pelagica e gregaria che predilige fondali sabbiosi e fangosi, fino a 200m di profondità ed ha un tempo di generazione di 5 anni. Le poche informazioni disponibili mostrano una tendenza con forti oscillazioni con apparente declino. Ciò è dovuto sia allo stile di vita, sia al tipo di campionamento. (Relini et al. 2010, Mannini & Relini 2012).

La notizia in oggetto genera almeno due riflessioni commenta Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria: “La prima è relativa all’attenzione della stampa ed all’approfondimento dei temi soprattutto in materia ambientale dato che l’articolo evidenzia l’inusitata “fortuna” del pescatore dilettante senza accorgersi affatto che, se si trattasse  effettivamente di una manta si tratterebbe di un vero e proprio reato. Nel caso specifico, inoltre non vi è alcuna sensibilità sul fatto che è stato, comunque, soppresso un maestoso essere vivente, senza alcuna ragione plausibile dato che si tratta di una specie in declino e vista anche,  la scarsa commestibilità  dell’aquila di mare,  dalla carne molle e viscosa”.“ La seconda riflessione  è quella legata al rapporto tra l’uomo ed il mare che dovrebbe essere ( e troppo spesso non è )  improntato al massimo rispetto.

Basti pensare che la pesca illegale, che depreda il mare con pratiche e strumentazioni fuorilegge, rappresenta il 22% delle infrazioni ambientali accertate, con 555mila chili di pescato, quasi 69mila metri di reti killer e oltre 7.500 attrezzi da pesca finiti sotto sequestro.  La Calabria spicca per sequestri di novellame, con quasi 3 tonnellate per come evidenziato dal rapporto di Legambiente “Mare Monstrum 2020”.

“Specificatamente, nel caso della pesca sportiva e ricreativa, come nel caso in oggetto occorrerebbe ripensare la procedura che prevede una semplice comunicazione al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, di esercizio dell’attività e che attualmente non è legata alla verifica di alcuna conoscenza sulla specie ittiche e sugli ecosistemi marini. Cosi’ come occorrerebbe incentivare ogni possibile strumento per una efficace azione di prevenzione e contrasto di ogni tipo di illegalità, da parte di Capitanerie di porto, Forze di polizia e Magistratura.

 Il mare va amato, curato, rispettato e con esso tutte le specie viventi, fauna e flora, che in esso hanno il proprio habitat,  uscendo da quella visione totalmente antropocentrica che sta, oltretutto,  distruggendo il nostro Pianeta”.

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