Oggi 31 luglio, alle ore 9.30, tutta la delegazione dei “ciclogiuristi”, accompagnata dal Presidente dell’Ordine degli Avvocati Serafino Trento, dal Presidente dell’AIGA Dora Mauro e dall’avv. Michele Marincolo Presidente UGCI locale, è stata ricevuta dal Vescovo S.E. Mons. Santo Marcianò, a conclusione del percorso a tappe che ha portato i giovani avvocati Mauro Mitidieri e Massimo Ruffo a Roma, dove sono giunti in bicicletta per consegnare al Ministro Severino la prima copia del documentario girato dagli Avvocati del Presidio sulle assai disagevoli condizioni delle infrastrutture che collegano tutti i Comuni dell’entroterra all’istituendo unico Tribunale Provinciale di Cosenza. Durante l’incontro, che si è svolto in un clima di serena convivialità, il Presidente Trento ha quindi illustrato al Vescovo i dettagli dell’iniziativa “500 km per 5 minuti”, che è servita a dare risalto e visibilità al lavoro istituzionale portato avanti dall’Avvocatura e dall’Amministrazione tramite le delegazioni in precedenza ricevute presso le sedi delle competenti Commissioni Giustizia della Camera e del Senato. Nel porgere il proprio saluto e plauso ai protagonisti della singolare impresa, S.E. il Vescovo ha ringraziato i presenti per aver voluto coinvolgere nell’iniziativa anche la Chiesa, riconoscendole il ruolo primigenio di promotrice dei valori umani. La chiara presa di posizione del Vescovo in favore della causa, già manifestata sin dal primo diffondersi delle voci sulla soppressione del Tribunale, è stata determinata e motivata dal fatto che una realtà quale quella della Calabria ha assoluta necessità di ricevere un servizio di giustizia a 360 gradi. Le peculiarità del territorio e le croniche difficoltà in cui esso vive, richiedono il mantenimento dei presidi giudiziari dello Stato, che in Calabria devono essere piuttosto potenziati che diminuiti, e resi tali da garantire legalità ai cittadini. S.E. ha osservato che i conti dello Stato non possono certo essere risanati da tagli indiscriminati, dovendosi piuttosto sempre tener conto delle realtà in cui si va ad operare: se si deve etichettare la Calabria come terra malavitosa lo si fa senza remore, ma poi non si è conseguenziali nel riconoscere soluzione ai sui bisogni. Vi è quindi forte necessità di un discernimento territoriale. Pensare di tagliare in modo indiscriminato tutti i presidi giudiziari della Calabria è assurdo, poichè si rischia di dare un segnale di abbandono dello Stato rispetto al territorio. S.E., confermando il proprio attivo interessamento al riguardo, ha sottolineato come il problema del Tribunale non riguardi singole categorie professionali, ma la comunità intera, i cittadini e quindi anche la Chiesa, che della tutela della comunità deve farsi garante. La condizione delle infrastrutture e della criminalità nel territorio, lo stesso sovraffollamento delle carceri e le difficili condizioni dei detenuti, non permettono indifferenza verso la soppressione dei presidi giudiziari. L’incontro si è concluso con la simbolica consegna del documentario -“Io non chiudo” e della relazione accompagnatoria, nonchè di una maglietta celebrativa dell’incontro che S.E. ha immediatamente indossato per la stampa, in uno slancio di informalità visibilmente apprezzato ed applaudito da tutti gli intervenuti.
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