JONIO – Nel teatro antico la situazione più ingarbugliata, lintreccio che aveva tenuto col fiato sospeso lo spettatore, veniva sciolto dallimprovviso apparire di un nume calato in scena mediante un congegno meccanico a risolvere ogni cosa in nome del lieto fine. Il ricorso a questo sbrigativo espediente, dal punto di vista artistico, è una dimostrazione di debolezza creativa, e oggi non si usa più. La locuzione deus ex machina invece è rimasta per indicare una persona che riesce là dove altre hanno fallito, o unazione che sblocca una situazione difficile. Quaggiù, lungo la costa jonica cosentina, da Cariati a Rocca Imperiale, capitano, specie in periodi elettorali, persone geniali, per lo più eminenze politiche, che si presentano con il loro armamentario di toccasana non cè problema, salgono sul palcoscenico, tirano fuori la consueta bacchettina magica, e mutano le ombre in luce, le speranze in certezze. Ma hanno un pregio, segno di una inesauribile nobiltà danimo: il fumo non lo vendono. Lo regalano. Cè lonorevole che garantisce una pioggia di milioni (di Euro, sintende) per lignobile statale 106, mentre, quasi in contemporanea, qualcun altro riconduce il gentile omaggio a più modesti limiti: Ci sarà qualche beneficio, ma solo per la messa in sicurezza della strada. Le istituzioni locali, con in testa i signori sindaci bardati dal tricolore, abboccano, incassano e, come si dice, portano a casa il nulla. Sono i medesimi che scalpitano, giustamente, per ottenere infrastrutture e trasporti decenti e che poi glissano e trascurano lunico tesoro che possediamo: lambiente naturale. A queste latitudini (nonostante le provvidenze in danaro) non si riciclano i rifiuti ed i tentativi dei pochi comuni che hanno provato ad imprimere una svolta decisiva per imporre una scelta di civiltà, sono naufragati nei soliti intrallazzi di corte; nei ricatti illeciti di gente senza scrupoli; nei labirinti di una criminalità organizzata, strisciante e subdola, che da tempo ha fiutato il businnes della spazzatura e che ostacola, anche se molti, magari fingendo, non ne percepiscono leffetto dirompente, una evoluzione normale. Decine di discariche abusive disseminate nel territorio; torrenti e fiumi che scaricano a mare di tutto; depuratori che non depurano; dissesto idrogeologico incontrollabile; erosione delle coste che stanno letteralmente mangiando oltre 100 chilometri di spiagge. Problemi complessi che, certamente, richiedono lintervento di provincia, regione e governo: ma proprio qui è lintoppo. Nella provincia di Cosenza la costa jonica riproduce lestrema periferia dellimpero, la quale, a sua volta, presenta sacche di arretratezza a macchia di leopardo, come dicono gli esperti. Ma da noi, per non farci mancare nulla, abbiamo la periferia della periferia sicché, considerato che tutto è riconducibile alla politica, non è azzardato riconoscere che labbandono e la latitanza pubblica sono determinate non solo dallignavia di certi sindaci, ma anche, e soprattutto, dallingordigia degli onorevoli rappresentanti del popolo, di livello superiore, i quali, intascato il gruzzolo di voti, trascorrono gli anni della loro legislatura ad esercitarsi al mantenimento delleffimero potere; allobbedienza cieca che si deve ai padrini; alla rinuncia della propria personalità; ad ogni atto di volontà autonoma. Come creature prive di vita.
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