Perché Marco e Paola che mai avevano voluto liberarsi della loro lunga clandestinità, timorosi di cosa avessero pensato amici e familiari, decisero all’improvviso per quella fuga lontano dalla vita di tutti i giorni? Sembrò più che una volontà comune, di mettersi finalmente in gioco, al contrario una scelta consapevole andando incontro a un inaspettato destino che forse già immaginavamo.
Partirono separatamente dandosi appuntamento in una località lontana dalla loro città. Non era tra le mete più frequentate. Ma di quelle che un tempo andavano per la maggiore. Un recente e drammatico sisma aveva fatto parecchi danni. I turisti avevamo paura. Si attraversava una fase di ricostruzione che andava anche per le lunghe.
Ormai si era in autunno inoltrato. La stagione estiva era terminata da un bel pò. Ma le belle giornate, seppure con meno ore di luce, rendevano il luogo sempre particolarmente suggestivo e accogliente. Un paesaggio silente che rasserenava al solo pensiero.
Aveva organizzato tutto Marco. Scelto l’albergo dove soggiornare e pianificato anche cosa avessero fatto la prima e unica sera. Un programma stringato che rispecchiava il timore tipico delle coppie clandestine, peraltro in un posto dove sicuramente nessuno li avrebbe riconosciuti.
Decisero di darsi direttamente appuntamento al ristorante vicino al loro hotel, dove Marco aveva prenotato un tavolo. Durante quelle ore non riuscirono a rilassarsi. Erano tesi. Come se stessero facendo la cosa più “sporca” al mondo. Non riuscirono a stemperare la paura che letteralmente li assalì.
Dopo cena fecero due passi sotto i portici del lungolago, illuminati da una luna piena che mancava da un bel po’ di tempo. Gli faceva strano passeggiare mano nella mano, liberi dal solito e ripetitivo pensiero che qualcuno li potesse scoprire. Covavano un misto di paura e curiosità per la loro nuova esperienza.
La serata era fresca ma piacevole. In giro c’erano pochissimi turisti. La gran parte stranieri che avevano sfidato la paura per quel luogo dove spesso continuava ancora a tremare la terra.
Incrociarono camminando una giovanissima cartomante. La maga Estiarte che viveva da tempo in Paese. Non era italiana, ma mediorientale. Il suo aspetto sorridete conquistò entrambi. Era seduta a un tavolino illuminato da una piccola candela profumata. Prevedeva il futuro a chi ne manifestasse il desiderio. E sembrò quasi che li stesse aspettando.
Non ebbero esitazione a fermarsi. Quasi sentirono un obbligo, volendo capire cosa la vita gli riservasse. Ne sentivano un terribile bisogno che in fondo non si erano mai confessati. Troppe le domande che in quei mesi si erano fatti, senza mai trovare risposte.
Continuare o meno il loro amore? Era amore? Quanto volevano sfidare insieme le non poche difficoltà?
Quella sera ebbero una specchiosa conferma che non li colse di sorpresa. Forse era nell’aria.
L’amore é una forza della natura. A cui non ci si nasconde, ma dal quale é bello farsi cullare. Contenti di amare, senza aver paura dei giudizi altrui. L’amore non é per chi giudica, ma per chi ama senza condizionamenti. Una sfida impetuosa contro tutti e ogni cosa.
E Marco e Paola non erano pronti ad amare. A meravigliarsi di quell’ardore imbattibile. Quella strizza cui non si comanda e che ti rende invincibile. Dove i tuoi occhi brillano di una luce che non controlli e chi ti guarda comprende a un miglio di distanza quanto stai amando.
La giovane cartomante contribuì a sigillare solo una conferma. Per un amore che non era amore. Pronto alla sfida che non apparteneva a quel tempo. L’unica cosa chiara e buona di quella serata. Forse anche un po’ cercata e intuita.
E se a Marco e Paola era restata in sospesa una domanda. Non c’era più motivo di farla. La risposta era arrivata. Non c’era più tempo di rimanere.
Nicola Campoli
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