La recente manifestazione di protesta sulla questione rifiuti promossa dai Sindaci del basso ionio a Mirto Crosia, se non è stata proprio un autentico flop e non sarebbe neanche azzardato definirla così – certamente impone delle serie e gravi riflessioni. A mente fredda e lucida non può non constatarsi come, anche questa volta, si è ripetuto un dato, ormai divenuto costante e ricorrente quando si protesta a difesa del nostro territorio, sul quale in primis la classe politica e gli amministratori e poi lintera società civile sono chiamati a confrontarsi in modo schietto ed esplicito iniziando dal porsi alcune domande: 1) perché, in un territorio così vasto e così duramente colpito e gravemente menomato da tagli di ogni genere, con la quasi totale compressione di ogni diritto dei cittadini, a manifestare per la questione rifiuti cerano appena una cinquantina di persone, incluse le forze dellordine e le diverse unità di polizia municipale dei comuni aderenti? 2) È normale assistere a queste defezioni così eclatanti o serve, invece, fermarsi ed interrogarsi sulle motivazioni di questo plateale malessere sociale e civico? 3) Doverano i cittadini che avrebbero dovuto sostenere i sindaci, le associazioni e tutti i movimenti nella legittima e doverosa protesta contro il fallimento di 15 anni di commissariamento del sistema regionale dei rifiuti e di legislazione emergenziale? Gli interrogativi, senza dubbio, non restano senza risposta anzi con condivisa amarezza non può che registrarsi, ancora una volta, come le popolazioni del basso ionio con la loro assenza, probabilmente, hanno lanciato un segnale allarmante alle istituzioni pubbliche della Nazione e del territorio, ed hanno mantenuto lo stesso atteggiamento, ormai radicato da più tempo, anche in altre recenti proteste, da quella per il mantenimento del presidi ospedalieri a quella per la difesa del Tribunale. Il messaggio è fin troppo chiaro: la diffidenza, la sfiducia e la disapprovazione nei confronti di una classe politica e delle istituzioni che peccano di non lungimiranza e che non riescono intuitivamente ad adottare decisioni anticipando il futuro per guidare il necessario ed indispensabile cambiamento, restando ad osservare inermi i processi inesorabili avviati da altri in spregio alle necessità ed ai bisogni avvertiti in modo estremo dalla popolazione. Quando i processi storici, che passano sempre attraverso momenti di crisi, non vengono governati con particolare attenzione dagli amministratori a ciò delegati dal corpo elettorale, si rischia di diventare fotografi degli umori delle piazze e notai di un presente deciso da altri. Ma è proprio tale ultima valutazione che allontana la gente nellindifferenza, lasciando libero il pensiero di sfociare nellantipolitica e nellodio delle istituzioni. La logica conseguenza di tutto ciò si avvertirà, in tutta la sua forza dirompente, nella prossima competizione politica laddove le candidature calate dallalto impediranno al territorio di avere propri rappresentanti di riferimento in Parlamento per cui le emergenze (diritto al lavoro, alla salute, alla giustizia ed altri) resteranno nella disponibilità di soggetti che non sono figli del nostro circondario e che solo distrattamente e residualmente se ne potranno interessare. Pertanto serve qualcosa di più di solitarie e non partecipate proteste lasciate alla disponibilità di pochi sindaci che, per spirito di servizio, tentano di sensibilizzare sia la politica che la cittadinanza che, ormai sfiduciata, subisce passivamente ogni problema senza riuscire anche solo per un attimo a reagire per la difesa dei propri diritti. E indispensabile, pertanto, assumere decisioni e dimostrare capacità sul campo anche a costo di scelte difficili ed impopolari ma che sappiano guardare avanti, al futuro senza paura, senza demagogia e senza populismo. FONTE: AVV. VINCENZO SCARCELLO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI ROSSANO
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