Discarica e rifiuti: tensione tra il sindaco di Rossano ed i colleghi del basso Jonio

Questione rifiuti e discarica di Scala Coeli: ormai è guerra di tutti contro tutti, mentre la tensione sale a livelli allarmanti. Ieri mattina, per il secondo giorno consecutivo, è stato impedito agli auto compattatori dei comuni del basso Jonio di scaricare presso l’impianto di Bucita. Il motivo: il sindaco rossanese, Giuseppe Antoniotti, com’è noto, il 30 gennaio scorso emana l’ordinanza n. 7 con la quale, per garantire l’igiene ambientale nel territorio, dispone il conferimento di 320 tonnellate di rifiuti, provenienti dal solo comune di Rossano, nella discarica della Bieco srl. Il provvedimento fa letteralmente infuriare i sindaci del comprensorio che lo ritengono in contrasto con quanto disposto dal commissario delegato all’emergenza rifiuti, Vincenzo Speranza, il quale, invece, il 27 gennaio aveva autorizzato a conferire nell’impianto di Bucita i propri rsu, fino a nuove disposizioni, i Comuni di Cariati, Crosia, Spezzano Albanese, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cropalati, Mandatoriccio, Morano, Paludi, Pietrapaola, San Basile, San Cosmo Albanese, San Dementrio C., San Giorgio Alb., Santa Sofia D’Epiro, Scala Coeli, Terravecchia, Vaccarizzo Albanese Mottafollone, Sant’Agata d’Esaro, Acquaformosa, Castrovillari, Civita, Lungro, Firmo e Frascineto. Ma Antoniotti è irremovibile, così, appreso che dalla linea di confine per Bucita i camion non passano, i primi cittadini “respinti”, dopo qualche attimo di eccitazione si recano presso la Procura della Repubblica ove espongono sommariamente i fatti che saranno formalizzati martedì prossimo. L’intenzione, fanno sapere, è quella di dare mandato ad un legale che impugni l’atto emesso dal sindaco di Rossano perché ritenuto palesemente illegittimo e ipoteticamente configurante abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio. Tutto, ovviamente, è connesso alla bagarre che ruota attorno all’apertura della discarica di Scala Coeli, osteggiata da qualcuno e sostenuta da altri. Sul caso non si riesce a trovare una soluzione complessiva, forse per una sorta di miopia, dell’una e dell’altra parte, che impedisce d’inquadrare con serenità i termini del problema. In estrema, brutale ed effimera sintesi: i sindaci da Rossano in su sembrano possibilisti; quelli da Crosia in giù riluttanti e maldisposti. Ciascuno perora le proprie ragioni, comunque tutte opinabili. E mentre si discute, magari appassionatamente e di sicuro in buona fede, il dramma dei rifiuti sembra assai lontano dall’essere risolto in maniera definitiva, perché quelle montagne di monnezza, dovunque adesso si annidi la verità, non sono un ricordo sbiadito dal tempo: ce le ritroveremo ancora, e a breve, ad ogni angolo di strada. Intanto i sindaci del basso Jonio e dell’alto Crotonese, hanno convocato per questa mattina, alle 11, una conferenza stampa proprio sul luogo del delitto: in contrada Pipino di Scala Coeli, l’area ove è stata costruita la discarica della discordia. Stiamo a vedere come va.

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