COMUNE: POLEMICHE SUL MANCATO RENDICONTO DEL 2012

Questione bilancio comunale: ma il termine per l’approvazione del rendiconto 2012 (30 aprile 2013) è perentorio o no? È la domanda che circola, imperiosa, negli ambienti politici locali e registra, come è ovvio, due posizioni. La prima, quella delle minoranze, è affermativa ed a proposito di tale adempimento, Francesco Cosentino, consigliere di minoranza, aveva inoltrato al sindaco un’interrogazione con cui si chiedevano le ragioni della mancata convocazione del consiglio comunale. Cosentino nel denunciare la grave omissione per la mancata approvazione del conto entro i termini, ha chiesto l’intervento del Prefetto. La sua preoccupazione si riferisce “alle gravi conseguenze che derivano dal mancato rispetto dei termini e che pregiudicano irrimediabilmente il ricorso alla procedura del predissesto attivata dalla maggioranza con delibera consiliare n. 5 del 23 marzo u.s.”. “Evidentemente, spiega Cosentino – i consiglieri di opposizione hanno saputo guardare al di là del proprio naso, sulla scorta di considerazioni tecnico-giuridiche che non possono essere eluse o sottovalutate in circostanze così drammatiche come quelle che sta vivendo il nostro Comune, esposto ad una grave e insanabile insolvenza nei confronti dei fornitori, delle imprese, dei professionisti e degli stessi dipendenti comunali che non ricevono regolarmente il loro stipendio. La maggioranza ha preferito arroccarsi su una posizione miope e arrogante oltre che assolutamente ingiustificabile. Nessuna ragione c’era per non rispettare i termini imposti dalla legge per l’approvazione del rendiconto. E’ questa una delle cose che ci lascia veramente perplessi”. D’altra parte, l’articolo 227 del Testo Unico sugli Enti locali non ammette interpretazioni fantasiose: “Il rendiconto è deliberato dall’organo consiliare dell’ente entro il 30 aprile dell’anno successivo, tenuto motivatamente conto della relazione dell’organo di revisione. La proposta è messa a disposizione dei componenti dell’organo consiliare prima dell’inizio della sessione consiliare in cui viene esaminato il rendiconto entro un termine, non inferiore a venti giorni, stabilito dal regolamento”. Per la maggioranza replica il presidente dl consiglio comunale Cataldo Minò, il quale, attraverso il web (dopo il solito attacco alla stampa ed ai giornalisti, a tutti i giornalisti senza distinzioni di testate) chiarisce la vicenda: “Non si capisce il senso delle proteste del consigliere Francesco Cosentino. Non sono stato nelle condizioni di convocare l’assise civica giacché il deposito del conto consuntivo è avvenuto, a cura dell’ufficio finanziario, il 16 aprile. E siccome la norma impone che il documento deve essere messo a disposizione dei consiglieri comunali almeno 20 giorni prima dell’assemblea, ho individuato come data utile quella del 13 maggio prossimo”. Minò smonta la tesi di Cosentino e contrattacca. “Da parte mia e dell’organo politico non c’è stato alcun comportamento omissivo. È vero che siamo tenuti a rispettare i termini, ma sulla base della documentazione che l’ufficio competente (senza gettare a questi la croce addosso) ci fornisce”. Per Minò saremmo di fronte ad “un allarmismo inutile, anzi, ad uno sciacallaggio politico che non giova a nessuno. Al contrario, è giunto il momento, visti i tempi di crisi generalizzata, d’invitare tutti ad una piena responsabilità, a cominciare dai consiglieri comunali per finire alla stampa, alla quale chiedo di verificare le notizie che vengono “sparate” a destra e a manca e di rimanere nel campo dell’etica e della correttezza professionale”.

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