Cariati: una positiva effervescenza culturale … 

È arrivato il momento di pensare di “costruire” una biblioteca comunale

Si percepisce, immediatamente, che Cariati è attraversata da una positiva effervescenza culturale. Di sicuro, il Museo Civico è diventato il centro di significativi interessi trasversali che stanno esplodendo, sotto la qualificata e appassionata guida della professoressa Assunta Scorpiniti. Lungo questa avvolgente direzione stanno prendendo corpo una serie di progettualità, che coinvolgono artisti, scrittori e associazioni civiche amanti della cultura. Tutto ciò crea aggregazione, comunità, inclusione e diffusione delle buone pratiche. 

Ci voleva forse un Sindaco come Cataldo Minó e una coraggiosa delegata alla Cultura, come Alda Montesanto, per dare forza a un filone di forte impatto, specialmente nei confronti dei turisti. Il vero sentimento, quindi, da perseguire: è la cultura non come territorio di conquista, ma come risorsa fondamentale per il bene comune. Si sa ormai da tempo che la presenza di un fermento culturale significativo, seppure in un piccolo paese, genera un mini positivo indotto economico che ha il suo importante valore. È scontato dire che la straordinaria ricchezza culturale di Cariati non è mai forse stata messa in valore, come sarebbe dovuto essere. Ma questo fa parte del passato. 

È un campo dove Cariati avrebbe tutti i numeri per sottrarsi ad una posizione di minorità. Di conseguenza, è sempre più necessaria una visione ampia, aperta e capace. Non mi riferisco solo all’immenso e ineguagliabile patrimonio storico artistico, ma anche al rilancio, ad esempio, del teatro comunale che potrebbe puntare, anche solo inizialmente, a pianificare una mini stagione. Cariati, allora, ha tutti i numeri e la forza per diventare una straordinaria calamita culturale per l’area circostante. Infine, un sogno sul quale ho più volte già scritto in passato. Addirittura la prima volta nel lontanissimo agosto del 2013, ben dieci anni fa. È arrivato il momento di pensare di “costruire” una biblioteca comunale, che potrebbe avere forse sede all’interno di Palazzo Chiráci. Esistono, ma sono certo che gli attuali amministratori comunali e la stessa instancabile direttrice del Museo Civico ne sono già a conoscenza, degli specifici finanziamenti regionali finalizzati ad avviare e sostenere un progetto di tale valore spessore culturale. 

A tale riguardo, la stessa Fondazione con il Sud, una volta formata la biblioteca comunale, finanzia progetti per migliorarne la fruibilità e la ricchezza documentale.  Infine, sarebbe simpatica l’idea di impostare nel tempo il progetto su una direzione di natura sociale, dove le tecnologie non sono così centrali, fermo restando le competenze digitali, mentre lo è, la dimensione della vita di società. Si tratta di una biblioteca da frequentare spesso per incontrare altre persone, per fare due chiacchere, per leggere il giornale o per partecipare ad un incontro pubblico. Una biblioteca che si colloca nell’esperienza individuale come luogo quotidiano, domestico, amichevole, aperto alle nuove generazioni. Sono convinto che presto ne sentiremo parlare.

Nicola Campoli 

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