■Antonio Loiacono
La Calabria è una terra di contraddizioni profonde, dove convivono meraviglie naturali e problemi sociali, calore umano e freddezza nelle relazioni. Un luogo ricco di bellezza e storia, ma al contempo segnato da difficoltà economiche e isolamento. Questa dialettica tra opposti rende la nostra regione unica, e spesso capita di amarla proprio per la sua complessità, per quel fascino intriso di bellezza e dannazione che ci fa sentire indissolubilmente legati ad essa.
Eppure, oltre alla sua complessità, emerge la necessità di un ripensamento collettivo sulla valorizzazione e lo sviluppo di questa terra. Mi rivolgo, con il massimo rispetto, al primo cittadino di Cariati, Cataldo Minò, che recentemente ha dichiarato con orgoglio: “Dobbiamo fare squadra per valorizzare le bellezze del nostro territorio. Abbiamo tutte le carte in regola e gli ottimi risultati, in termini di presenze, registrati nell’estate appena trascorsa, devono essere da stimolo a fare ancora meglio per il futuro. C’è tanto ancora da fare ma confido nella collaborazione di tutti”.
Le parole del sindaco sono sicuramente giustificate. Cariati ha vissuto la recente stagione estiva in maniera positiva, con una crescita significativa del turismo ed un’economia locale vivace. Tuttavia, se iniziassimo a guardare non solo al successo della singola località, ma dell’intero comprensorio che orbita intorno a Cariati? Cittadine come Terravecchia, Scala Coeli, Campana, potrebbero beneficiare enormemente di una visione comune, di una programmazione congiunta volta a rilanciare l’intero territorio, non solo sotto l’aspetto turistico, ma anche culturale, economico e sociale.
La Calabria, ed in particolare la zona della costa ionica, ha una ricchezza storica e culturale che pochi luoghi possono vantare. I borghi circostanti a Cariati, con le loro tradizioni antiche, dialetti unici ed un forte legame con la terra, rappresentano un patrimonio che merita di essere valorizzato. Ma per farlo, è necessario un cambio di paradigma. Il futuro non può essere costruito singolarmente, nella frammentazione di piccole comunità, ma deve partire da una cooperazione intercomunale.
Questa collaborazione non si dovrebbe limitare ad eventi stagionali, come le sagre o le feste religiose. Bisogna pensare ad un rilancio strutturale che coinvolga l’intero territorio per tutto l’anno. Turismo, agricoltura, artigianato, e soprattutto la cultura, devono essere le colonne portanti di un nuovo sviluppo. Immaginate cosa si potrebbe ottenere se Terravecchia, Scala Coeli e Campana, insieme a Cariati, sviluppassero un piano comune che valorizzi le specificità di ciascun comune, ma che allo stesso tempo offra ai visitatori ed ai residenti un’offerta integrata e completa.
Un rilancio duraturo e sostenibile del territorio non può prescindere dalla salvaguardia delle sue radici culturali e identitarie. Conservare le tradizioni, il dialetto e la cultura locale non significa essere ostili al cambiamento, ma piuttosto creare un terreno fertile su cui costruire un futuro solido. La riscoperta e la promozione delle radici calabresi possono diventare un potente motore per attrarre turisti interessati alla nostra storia ed alle nostre tradizioni, oltre ad incentivare forme di turismo lento e responsabile.
Un aspetto che merita attenzione è quello legato alle festività ed alle celebrazioni locali. Troppo spesso si tende a utilizzare nomi ed espressioni anglosassoni per attirare il pubblico, dimenticando la nostra identità. Valorizzare le festività con nomi e titoli in lingua italiana o, meglio ancora, in dialetto, sarebbe un gesto simbolico importante. Significherebbe riaffermare il nostro senso di appartenenza e la nostra continuità storica.
Il rilancio del territorio non può essere opera di pochi, ma deve coinvolgere tutta la comunità. Come il sindaco di Cariati, anch’io confido nella collaborazione di tutti, perché solo lavorando insieme possiamo superare le contraddizioni che caratterizzano questa terra e trasformare i nostri punti deboli in punti di forza. Unendo le energie, le risorse e la creatività di tutti i comuni limitrofi, possiamo costruire una Calabria nuova, che resti fedele a sé stessa, ma che sia capace di proiettarsi verso il futuro con coraggio ed innovazione.
Una comunità unita, che riscopre le proprie radici ma guarda avanti, è una comunità forte, capace di affrontare le sfide della modernità senza perdere la propria essenza.
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