Si preannuncia bella e infuocata la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative. Guardando bene la linea di partenza manca qualche autorevole big locale. Tipo Leonardo Trento e Francesco Cosentino che avevano tutte le carte in regola per aspirare alla carica di Primo cittadino.
Di sicuro, avranno avuto le loro giuste motivazioni e ragioni a non candidarsi. Certo non ci dispiacerà di conoscere nei prossimi giorni il “perché” hanno cambiato idea. Cosa mai sarà successo? Entrambi, conoscitori approfonditi della politica locale, hanno partecipato ad una serie infinita di riunioni politiche prima della presentazione delle liste. Qualcosa non li avrà convinti.
Trento e Cosentino rappresentano una fetta significativa di elettorato. Insomma, sarà importante capire con quale dinamica lo stesso si dividerà tra i diversi candidati delle tre liste, pronte ai nastri di partenza. A questo punto non c’è che concentrarsi sugli schieramenti che si sono presentati e che vedono, in rigoroso ordine alfabetico, come capolista: Mimmo Formaro, Saverio Greco e Cataldo Minò.
A caldo leggendo gli elenchi dei candidati scorgiamo nomi vecchi e nuovi della politica cariatese. Ritorni significativi, ma anche debutti importanti che faranno parlare di se. Adesso è il momento di costruire una relazione con i cariatesi che si spera voteranno sulla base dei programmi e dell’affidabilità dei futuri amministratori pubblici. Per quanto mi riguarda questa volta mi asterrò da ogni preferenza, facendo rigoroso tesoro dei precedenti. Lo prometto.
È indubbio che la politica ai tempi della sua forte evaporazione, comporti per lo più il fiorire di leadership sempre più narcisistiche e sempre meno al servizio della comunità. Proprio questo va evitato. Cariati ha bisogno di un Sindaco e di una squadra che si dedichi ad essa con tanto amore, passione, coraggio, equilibrio e voglia di fare.
I cariatesi si aspettano la costruzione di un valido progetto politico dal respiro ampio e non una divisione repentina di fronte alla prima difficoltà. La speranza è quella di vedere un po’ di luce e non di concentrarsi in modo miope e triste sul dito sporco dell’altro.
Deve prevalere l’idea alta dell’arte della politica, come servizio dedicato al bene comune e perseguimento dei propri ideali, sempre più trascinata verso l’alto e non verso dispute individualistiche, verso calcoli opportunistici, verso la coltivazione di regni personali nella dimenticanza sistematica del suo compito civile.
Buona campagna elettorale a tutti!
Nicola Campoli
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