MINISTRI PARLAMENTARI E NON: EQUIPARARE LE RETRIBUZIONI? ESTI…

Ma certo che è giusto! È iniquo che ministri, viceministri e sottosegretari che non sono anche parlamentari siano retribuiti in modo diverso dai ministri che sono anche parlamentari, perbacco.

A questo punto, dopo tre sole righe di testo, ho cercato qualche battuta, qualche cosa di ironico o magari di sarcastico da aggiungere per dare un tono spensierato a questo articolo. Solo che non ce l’ho fatta.

Mi sono chiesto: perché i membri non parlamentari del governo avrebbero diritto all’equiparazione salariale con i loro colleghi che scaldano – pardon – che occupano anche un seggio alla Camera o al Senato? Non sarebbe giusto, piuttosto, il contrario?

In un Paese civile il parlamentare che viene associato al governo dovrebbe veder sospesi gli emolumenti che percepisce in quanto eletto. Di più: dovrebbe essere lui a chiederne la sospensione, dato che dal momento in cui assume il suo bravo ruolo da ministro, vice ministro o sottosegretario, la sua attività principale, se non esclusiva, sarà appunto di gestire le deleghe che gli sono affidate. Già non è che i parlamentari “normali”, poi, si ammazzino così tanto di fatica: salvo casi rari (leggi da votare assolutamente o eventi straordinari) sono a Roma, quando ci sono (Marta Fascina brilla per la sua totale assenza dallo scranno, ad esempio), dal lunedì al giovedì, poi tutti a casa o – questa è la scusa ufficiale – sul territorio a seguire il loro elettorato. Scusa che lascia il tempo che trova, dato che, tanto per fare un nome, Matteo Salvini, eletto senatore in Calabria, in Calabria, da quando è stato eletto, ci sarà andato al massimo un paio di volte, ammesso che ci sia andato, se non per fare propaganda per il famigerato Ponte. E anche quando ci sono, vedi il caso di Claudio Lotito, sul loro scranno ci fanno spesso delle saporite pennichelle.

Dunque  quello che andrebbe fatto sarebbe il contrario di quel che si sta per fare: equiparare gli emolumenti dei membri eletti del governo agli emolumenti dei suoi membri non eletti. Perché proprio non si vede – almeno non lo vedo io – per quale motivo quei signori dovrebbero godere una doppia retribuzione, in quanto parlamentari e, appunto, in quanto componenti dell’Esecutivo.

Questo anche prescindendo dal paragone con la vergogna dell’aumento irrisorio che si è proposto per le pensioni minime, dalla situazione scandalosa dei salari medi in Italia (i più bassi in Europa, e in ulteriore decremento per via dell’inflazione), delle rivalutazioni delle pensioni calcolate in modo punitivo, del crollo degli investimenti pubblici nelle scuole, nella sanità e nella cultura.

Come dite? Faccio discorsi populisti? No, amici miei. Se cercate i populisti andate dalle parti di Montecitorio, di Palazzo Madama e, soprattutto, di Palazzo Chigi. Ne troverete quanti ne volete. E se proprio insistete a darmi del populista, allora vi rispondo con la dotta citazione di un personaggio della premiata coppia comica Lillo e Greg.

Estiquaatsi…!

Giuseppe Riccardo Festa

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