
Esordiva così, profeticamente, il compianto Vittorio Cosentino, primo presidente dellEnte Ospedaliero, nella primavera del lontano 1978, nella prefazione al libro bianco, scritto nellimminenza dellapertura dellospedale di Cariati. L’ospedale di Cariati è una realtà, è una grande e palpitante realtà, che abbiamo voluto, senza risparmiare fatica e sacrifici, lavorando giorno e notte, in quanto abbiamo avuto, costantemente, ben presente l’importanza di tanta qualificata e qualificante realizzazione, nell’interesse della collettività e del bene comune. Abbiamo vinto una grande battaglia di civiltà e di democrazia, non soltanto perché abbiamo creato dal nulla un efficiente e prestigioso presidio sanitario, posto a difesa della salute delle popolazioni di Cariati e della zona, non soltanto perché l’Ospedale di Cariati rappresenta un momento di sfogo della disoccupazione locale, ma perché è destinato a favorire iniziative economiche collaterali ed un enorme sviluppo sociale e culturale con i suoi 153 posti letto e 132 unità lavorative, tra medici, paramedici ed ausiliari. Oggi, a distanza di 34 anni, ricordando le parole del Vangelo Verso le tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Gesù gridò a gran voce Elì, Elì, Lamà Sabactanì! (che significa Dio mio Dio mio, perché mi hai abbandonato?), poi rivolto al Padre disse Tutto è compiuto e, detto questo, spirò, lonorevole Scopelliti, così come ha fatto Ponzio Pilato, con Gesù Cristo, ha condannato a morte il nostro ospedale e tutto è compiuto dopo 34 anni di onorato servizio, un anno in più di Gesù, il 24 aprile 2012, con la rimozione dellinsegna dellOspedale. Di chi è la colpa di questa sventura? Rispondo mutuando le parole del Vangelo, per rivolgermi a tutti coloro che hanno gestito la sanità, negli ultimi 30 anni, nel nostro territorio chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Ignazio Russo
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