■Antonio Loiacono
In una odierna intervista televisiva, l’ex presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, offre una riflessione profonda e critica su diverse politiche sociali ed economiche attuate in Italia, con particolare attenzione alla discriminazione basata sul reddito ed alle iniquità nel sistema previdenziale. L’odierno europarlamentare del M5S, sottolinea l’importanza di un approccio selettivo e non categoriale per affrontare le disuguaglianze, evidenziando che le politiche attuali, come la flat tax, rischiano di favorire chi è già avvantaggiato, piuttosto che sostenere chi è veramente in difficoltà.
Tridico critica l’idea di trattare tutte le partite IVA allo stesso modo, indipendentemente dal loro reddito, sottolineando che esistono molte persone, come giovani avvocati o lavoratori precari, che guadagnano pochissimo e non possono accedere a strumenti di sostegno sociale come malattia o maternità. L’economista calabrese argomenta che le politiche fiscali e sociali dovrebbero basarsi sul reddito piuttosto che sulla categoria professionale, per evitare una discriminazione “al contrario”, che finisce per trattare in modo uguale persone in situazioni molto diverse.
Tridico si oppone fermamente alla flat tax, affermando che non solo è inefficace per chi ha redditi bassi, ma aggrava le disuguaglianze, poiché offre lo stesso beneficio a chi guadagna molto di più. Inoltre, critica l’abolizione del reddito di cittadinanza, che ha privato molte persone di un sostegno essenziale, senza fornire un’adeguata alternativa. In particolare, evidenzia l’assenza di un sistema di reddito minimo garantito, presente in altri paesi europei, che aiuterebbe chi, pur lavorando, non raggiunge una soglia di reddito dignitosa.
Un altro tema centrale è la questione previdenziale, dove Tridico evidenzia come il sistema attuale penalizzi chi ha svolto lavori gravosi o ha una carriera lavorativa frammentata, specialmente le donne. Egli sostiene che l’APE Sociale rappresenti un raro esempio di equità, poiché permette un anticipo pensionistico a chi ha lavorato in condizioni più difficili; criticando invece le quote pensionistiche (come Quota 103) che considera inique ed inefficaci, suggerendo che queste siano più strumenti propagandistici che reali soluzioni ai problemi pensionistici.
Infine, Pasquale Tridico affronta il tema della partecipazione femminile al mercato del lavoro, evidenziando come molte donne non riescano a raggiungere i requisiti per il pensionamento anticipato a causa di carriere lavorative più brevi o discontinue. Sottolinea l’importanza di strumenti come l’Opzione Donna, che permetteva alle donne di andare in pensione anticipatamente, pur accettando un ricalcolo contributivo sfavorevole.
L’intervista mette in luce le carenze e le iniquità delle attuali politiche sociali e previdenziali in Italia, Tridico propone un approccio più equo e selettivo, che tenga conto delle reali condizioni economiche delle persone piuttosto che della loro appartenenza ad una categoria specifica. La sua analisi sollecita un ripensamento delle politiche attuali, a favore di soluzioni che possano realmente ridurre le disuguaglianze e offrire sostegno a chi ne ha più bisogno.
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