Il grido disperato del Sindaco di Campana che denuncia il taglio delle corse dei bus, la missiva inviata dal Sindaco di Rossano all’azienda delle ferrovie, il ripetuto appello alla responsabilità da parte delle istituzioni dell’intera fascia ionica che si unisce alle iniziative importanti e significative della società civile: segni inconfutabili, alle porte dell’estate, di una situazione dei trasporti e della mobilità insopportabile per il nostro territorio tutto. A questo si unisce l’inammissibile rinvio a giudizio per 14 cittadini rei di aver manifestato, il 15 settembre 2012 nella stazione ferroviaria di Rossano, per il ripristino delle tratte a lunga percorrenza sullo ionio, un ripristino che riteniamo sacrosanto e necessario per il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo tra cui c’è la mobilità, un diritto regolarmente violato nella sibaritide e lungo quasi tutta la fascia ionica della Calabria. Nessuna strada deve essere preclusa per il raggiungimento di questo obiettivo comune, per questa ragione ci appelliamo ai sindaci della fascia ionica cosentina affinché si instauri un tavolo istituzionale permanente per il diritto alla mobilità sullo ionio, un comitato di sindaci che finalmente si faccia sentire negli uffici regionali e nazionali e amplifichi la voce di questo territorio sistematicamente tagliato fuori dal resto del paese. Il taglio delle corse dei bus da paesi dell’entroterra come Campana oppure l’indecente programma estivo di Trenitalia che elimina i collegamenti tra i nostri centri turistico/economici ed i nodi del centro e del nord Italia meritano prese di posizioni istituzionali e politiche forti ed unitarie, senza distinzione di schieramento: inutile lasciare i piccoli centri da soli ed inutile combattere solitariamente i centri di potere nazionale e la mastodontica burocrazia regionale. Non dimentichiamo che, come denunciamo ormai da mesi, la Regione Calabria non effettua gare d’appalto per il sistema del trasporto pubblico locale ormai da 12 anni, agendo illegittimamente per proroga amministrativa, che significa non migliorare i servizi e non effettuare alcun risparmio, lasciando le casse pubbliche vuote ed i cittadini a piedi, a partire da turisti, studenti ed anziani. Chi se non gli amministratori locali possono interrompere una condotta trasversalmente indecente come questa? Come parte della società civile di questo territorio continueremo ad organizzare iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione su questo argomento e saremmo pronti, nel nostro piccolo, a supportare un tavolo istituzionale sul diritto alla mobilità. Infine, in vista delle prime udienze del processo per i 14 cittadini che hanno partecipato alla manifestazione del 15 settembre laddove, secondo le accuse di Rete Ferroviaria Italiana, avrebbero interrotto un pubblico servizio ritardando la partenza della carretta da 50 posti che transita sulla nostra linea, a breve riprenderemo la campagna la Presa del Treno perduto per rivendicare il diritto alla mobilità delle nostre comunità. Movimento TERRA e POPOLO – Rossano
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