SANITÀ, PERICOLOSA L’INTENZIONE DEL GOVERNO DI PROPORRE NUOVI COMMISSARIAMENTI

Graziano: «Se si prorogasse il Decreto Calabria rischieremmo la definita implosione di un sistema già precario»

COSENZA – Lunedì, 12 Ottobre 2020 – Emergenza sanità: siamo difronte ad un punto di non ritorno.
Se lo oltrepassiamo rischiamo una crisi irreversibile e l’implosione totale del sistema salute della nostra regione. Il Ministero della Salute, infatti, ha palesato l’intenzione di prorogare il famigerato Decreto Calabria. Se tutto questo dovesse essere confermato vuol dire che il diritto alla salute dei calabresi sarà definitivamente calpestato in nome di inspiegabili dinamiche politiche e di potere.
Più di dieci anni di commissariamento della sanità ha dimostrato che non è questa la via giusta per restituire diritti ai cittadini: dal 2009 ad oggi è stato accumulato un disavanzo abnorme (perfino difficile a scrivere) senza che venissero conclusi investimenti strutturali, chiudendo ospedali e creando solo innumerevoli disservizi. Ora basta.
È l’allarme che torna a lanciare il Presidente del Gruppo UDC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, facendo appello ai parlamentari calabresi affinché comprendano, e siano persuasivi nei confronti del Ministro Speranza, l’inutilità di proseguire nello stillicidio dei commissariamenti della sanità in Calabria.
«Il Decreto Calabria – aggiunge Graziano – è stato un fallimento totale. Aver istituito la figura dei commissari anche nella direzione delle aziende sanitarie ha dimostrato come non ci potesse essere scelta peggiore. Nell’ultimo anno e mezzo ci siamo ritrovati alla guida del sistema di assistenza territoriale figure estranee all’apparato sanitario territoriale che non sono state capaci di assumere delle decisioni importanti e strategiche. Queste sono le cose cervellotiche che ha prodotto il Decreto Calabria. Palesatesi in modo ancora più grave in questa fase di emergenza coronavirus. Una confusione imperante con scelte assunte in contrasto con le direttive regionali. Come quella dei centri Covid. A Corigliano-Rossano, sulla carta, ce n’è uno che è stato dotato di uomini, spazi e strumenti che, di fatto, non è mai entrato in funzione. E stessa cosa si potrebbe dire del presidio di Cetraro».
«Allora – precisa il capogruppo regionale UDC – è giunto il momento di invertire la rotta. Confermare lo status quo, che ha messo in luce la mancanza totale di strategie, di decisioni, di scelte e di coraggio, significa decretare per sempre il fallimento della sanità calabrese. Non ce lo possiamo permettere. Il Governo regionale ed in primis la presidente Jole Santelli hanno avanzato una chiara richiesta di responsabilità al Governo: restituisca alle Istituzioni elette il diritto di amministrare il diritto alla salute dei calabresi. Perché di una cosa siamo certi, peggio di quanto è stato fatto fino ad oggi è impossibile replicarlo. Ci sono idee, programmi, iniziative legislative in campo, come la riforma del sistema sanitario calabrese con la scissione delle aziende ospedaliere dalle Asp, che consentirebbero di rimettere in sesto un sistema malato e morente. Ma soprattutto, restituire il controllo alla gestione ordinaria significa far gravare le responsabilità delle scelte sulla classe politica che di tutte le decisioni che verranno assunte dovrà dare poi conto ai cittadini. Invece, per come è strutturata oggi la Sanità ognuno rimane immune da responsabilità mentre la gente continua ad andare fuori regione anche per curarsi un’unghia incarnita o, peggio, continua a morire per l’inefficienza dell’apparato di assistenza pubblica. Siamo ad un punto di non ritorno – conclude Graziano – se si oltrepassa sarà la fine».

©CMPAGENCY

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