SANITÀ, I NUMERI INCHIODANO LOIERO CAPUTO: PASSIAMO DALLE MENZOGNE AI FATTI ORA CONOSCIAMO IL DANNO.INDIETRO NON SI TORNA DICHIARAZIONE On. GIUSEPPE CAPUTO REGGIO CALABRIA, Martedì 5 Aprile 2011 Dalle chiacchiere e dalle menzogne, ai numeri ed ai fatti. Sintetizzo così il messaggio principale, di fiducia ed anche di speranza, trasmesso ieri dalla presentazione, fatta allUniversità della Calabria, dal Presidente SCOPELLITI dei risultati ottenuti in pochi mesi di governo della sanità. Perché è proprio laver governato una emergenza, fino a ieri subita e della quale si è approfittato, la differenza principale che qualifica lattuale Governatore e lattuale classe dirigente rispetto al passato, soprattutto rispetto ai pessimi 5 anni del centro sinistra e di LOIERO. Ormai è un dato di fatto incontrovertibile. Non soltanto LOIERO, ma assieme allex Presidente tutto il centro sinistra regionale, dai vertici ai rappresentanti locali, dai sindaci ai consiglieri provinciali, dal Pollino allo Stretto, passando per la Sibaritide, dovrebbero umilmente ammettere di aver soltanto tentato di strumentalizzare lo sforzo, nobile e senza precedenti, del centro destra e di SCOPELLITI in primis. I numeri, infatti, spiegati ieri dal Governatore, frutto di quanto emerso al Tavolo Massici, raccontano una storia che noi già conoscevamo, perché vissuta nelle Asp e negli ospedali di questa regione. Una storia di occupazione militare della sanità, di gestione clientelare e sprecona che abbiamo sempre denunciato. Oggi, quanto emerso dalle verifiche dei Ministeri competenti lo conferma senza più ombra di dubbio: su un fabbisogno finalmente individuato e certificato di un miliardo e 45 milione di euro, la fetta più grossa, ben 800 milioni di euro, è quella determinata in soli due anni, dal 2006 al 2008. Chi era il Presidente di questa regione in quegli anni non è un mistero. Viene dunque smontata, perché del tutto priva di fondamento, la campagna denigratoria e diffamante di quanti avevano pensato di poter scaricare su un capro espiatorio, lex Presidente CHIARAVALLOTI e quindi sulla giunta di centro destra in carica fino al 2005, pesi e responsabilità di uno sfacelo e di un aggravamento documentato e definitivamente misurato che ha, invece, ben altri responsabili. Da questo momento in poi, con il lavoro enorme fatto per dare una faccia ed un peso ad un debito che per decenni ha ingombrato come un fantasma il dibattito politico ed istituzionale, la Calabria può sedersi a pari titolo e con dignità non soltanto al Tavolo Massici,ma a tutti gli altri tavoli di confronto nazionale. Non possiamo certo di aver costruito, né poteva essere altrimenti, la nuova sanità sulla quale tutta la maggioranza, ma io dico tutti i calabresi intellettualmente onesti, si sentono impegnati, anche in silenzio. In meno di un anno è impensabile edificare un grattacielo da una voragine di macerie, quale era ed in gran parte rimane la macchina sanitaria calabrese. Ma oggi partiamo da una certezza: conosciamo il danno fatto, siamo sicuri della spesa, abbiamo in mano le carte del debito, insomma sappiamo verso cosa andiamo di fronte e possiamo dunque programmare il percorso, linvestimento, le priorità. Ma soprattutto, con queste carte in regola e con questa credibilità ieri rubata ai calabresi dal malgoverno, oggi possiamo contrattare con lo Stato il rientro, le sue fasi e, cosa importantissima, gli investimenti ulteriori per progettare e far partire quella che definisco la seconda fase di questa rivoluzione culturale: ovvero la creazione tangibile di una sanità diversa dal passato. Normalizzare questa regione era e rimane un percorso rivoluzionario. E questa impresa, avviata da SCOPELLITI preferenzialmente sulla sanità calabrese, è assunta ormai a livello nazionale come espressione vera di cambiamento e responsabilizzazione delle classi dirigenti meridionali. Di ciò siamo orgogliosi, come centro destra. Continueremo a sostenere e ad affiancare il Presidente SCOPELLITI su una strada che, anche i dati del risparmio prodotto in questi primi mesi, Asp per Asp, dimostrano essere quella giusta. Allo stesso tempo, con un piede nei territori, continueremo ad essere i termometri dei disagi che, in questa fase di obbligatorio riordino dei conti e di uscita dal caos e dallepoca dei bilanci orali, comunque vengono sopportati dallutenza. Ma il dado è ormai tratto e, credo, non si possa più tornare indietro. Se in questa seconda fase, vorranno unirsi anche quanti hanno fino ad oggi preferito giocare il ruolo meno responsabile di oppositori o di provocatori delle piazze, lo sforzo sarà condiviso, insieme ai risultati.
Views: 0
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.