SANITÀ, EVITARE ERRORI FATTI CON CARIATI E TREBISACCE.

Diritto alla salute, forse oggi gli ospedali di Cariati e Trebisacce non sarebbero chiusi, con l’attuale gravissimo danno arrecato alla complessiva offerta sanitaria dell’intera Sibaritide, se sulle legittime battaglie intraprese qualche anno fa, in perfetta solitudine, da quelle due comunità locali vi fosse stata quella reale unità territoriale che in questa fase tutti riconoscono, almeno a parole, come condizione indispensabile per qualsiasi azione di lotta e di efficace rivendicazione. Negli anni in cui, dal 2010-2011 in poi, veniva messo scriteriatamente in atto il cosiddetto piano di rientro, alle proteste sacrosante ed anche eclatanti del basso e dell’alto jonio mancò purtroppo il sostegno convinto e leale dell’Area Urbana Corigliano-Rossano. Le due città si ritennero erroneamente indenni da quanto stava accadendo a nord ed a sud dei propri bacini territoriali, con le conseguenze nefaste che sono oggi sotto gli occhi di tutti e che toccano direttamente anche l’offerta sanitaria dell’Ospedale Spoke di Rossano e Corigliano. La battaglia per il ripristino dei livelli essenziali di assistenza sanitaria in quest’area della provincia di Cosenza non può che partire, dunque, dalla consapevolezza di quell’errore storico di isolamento e di arroccamento su posizioni che a torto si ritennero felici e privilegiate. È quanto dichiara il Sindaco Giuseppe GERACI, sottolineando l’importanza di dimostrare oggi con i fatti, con la presenza e con il sostegno convinto alle diverse questioni aperte nella Sibaritide la reale unità del territorio. A partire – dice – dalla difesa del diritto alla salute e dalla rivendicazione di infrastrutture sanitarie normali. – È per queste ragioni – continua GERACI – che, rappresentando il comune più grande del territorio, nei giorni scorsi ci siamo recati a TREBISACCE, per stare fisicamente e moralmente vicini al Sindaco Francesco MUNDO, in quella che è diventata ormai una comune battaglia di civiltà per la riapertura di quel presidio territoriale. La scellerata chiusura del Chidichimo, al pari di quello del Cosentino a Cariati, in assenza del nuovo Ospedale della Sibaritide, non poteva che essere destinata, così come in effetti si sta verificando, ad aumentare (invece che ridurre) sia i costi complessivi del sistema regionale, sia l’altrettanto costosa emigrazione sanitaria verso altre regioni; senza contare l’abnorme e prevedibile ingolfamento verso le strutture di Corigliano e Rossano, oltretutto progressivamente depotenziate da allora ad oggi. Ed è per queste stesse motivazioni che – continua il Primo Cittadino – sento di dover ribadire al collega ANTONIOTTI l’appello a sostenere, evitando che si ripetano copioni ed errori del passato, le esigenze e le preoccupazioni da noi manifestate a più riprese nei confronti delle intenzioni del commissario regionale SCURA. Trasferire, senza alcuna valida e condivisibile motivazione, il reparto di Chirurgia a Rossano, è immotivato, pretestuoso e, a dir poco, antieconomico. Smontare e rimontare i blocchi operatori, i macchinari, da Corigliano a Rossano, comporterebbe l’interruzione dei servizi e delle prestazioni. e non solo. I lavori di adeguamento che dovrebbero interessare il nosocomio accorpante ostruirebbero, ancor più, lo svolgimento regolare delle prestazioni e, cosa ancor più grave, farebbero sì che venissero impiegate ingenti risorse economiche che, alla luce della palesata realizzazione dell’Ospedale Unico, si rivelerebbero inutili e dannose. Ci auguriamo – conclude GERACI – che il Presidente della Regione OLIVERIO si faccia carico della complessiva questione del diritto alla salute in questo territorio, a partire dalla necessaria ripresa di attenzione sul nuovo Ospedale della Sibaritide, il cui iter risulta bloccato ormai da un anno e sulla cui realizzazione, così come purtroppo paventai già in occasione della conferenza stampa di fine anno nel dicembre 2014, pesavano e continuano a pesare più di un fondato dubbio. – (Fonte: MONTESANTO SAS – Comunicazione & Lobbying).

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