
Altre due tegole, pesantissime, si abbattono sul moribondo ospedale Vittorio Cosentino. La prima: Tre unità infermieristiche sono state distaccate, con provvedimento durgenza, presso il Pronto Soccorso del Giannattasio di Rossano La seconda: È stata disposta la chiusura dellambulatorio di pediatria ed il conseguente trasferimento del medico specialista in altra sede. Accade, nellindifferenza generale, proprio mentre la commissione regionale della sanità, guidata dal consigliere regionale Nazzareno Salerno, visita i presidi ospedalieri di Lungro e Trebissacce e lhospice di Cassano allo Jonio. Che il nosocomio cariatese non avesse più futuro era più di una certezza, certificata fin dal 2003 e testimoniata dallignominiosa clandestinità di una classe politica locale, di qualsiasi colore ed espressione, quando lallora giunta regionale pianificò la rete ospedaliera calabrese. Ma adesso, come sostiene la Cisl del comparto sanità, si rasenta lassurdo: Una presa in giro di immani proporzioni dalle cui ceneri non potrà che sortire una sollevazione popolare epocale, non controllabile ed in grado di minare lordine pubblico. Inutile ricordare le tappe che hanno determinato il decesso del Cosentino: si rischierebbe di fare solo sterile dietrologia, giacché le responsabilità, se si vuole ricondurre tutto alla politica, sono equamente da dividere nello sterminato marciume in salsa calabra, inquinato, peraltro, da interessi ai limiti della legalità e, se vogliamo dirla tutta, prono ai voleri della ndrangheta, quella sottile e subdola che occupa ogni aspetto del vivere civile. Il 28 giugno scorso, al consiglio comunale aperto ai sindaci del territorio proprio per discutere sulla salute pubblica, si erse un grido unanime: Giù le mani dallospedale. Poi, dopo i buoni propositi e la garanzia di dare simbolicamente fuoco alle polveri entro due settimane, se non si fossero ottenute risposte certe ed inderogabili, tutto è passato, come al solito, nello stantio dimenticatio, un non luogo in cui stipare le idee irrealizzabili e, comunque, quelle non idonee a produrre profitti. Tacciono tutti o, al limite, tutti dicono di non sapere. Tutti tranne loro, gli operatori ospedalieri che hanno rinunciato spontaneamente finanche alle ferie pur di assicurare un minimo di continuità assistenziale. Succede a Cariati, che nellimmaginario collettivo passa quasi come lombelico del mondo. Ed in realtà è soltanto un avamposto di periferia, come tanti, destinato ad essere relegato nei meandri di poteri che tanto forti nemmeno sono. Ma è complice lo splendido mare ed il sole cocente: meglio un tuffo oggi che un ospedale domani.
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