QUANDO LA SCUOLA DIVENTA GIOIA

Voglio condividere con i miei ventiquattro lettori (mi perdoneranno, fra loro, i due o tre cariatesi che hanno la bontà di seguirmi) il piacere e la gioia che ho vissuto ieri sera assistendo alla performance congiunta dell’orchestra dei ragazzi della Scuola Convitto “Giacomo Leopardi” e del coro della Scuola “Dante Alighieri” di Macerata.

Si tratta di studenti di normalissime scuole medie, o se preferite scuole secondarie di primo grado (chissà chi è, nei ministeri, che si diverte a burocratizzare così ogni cosa): quelle scuole di cui tutti si lamentano perché i programmi sono carenti, perché i locali sono vetusti, perché gli insegnanti sono pagati male e demotivati, e gli studenti sono svogliati, e chi più ne ha più ne metta.

E hanno ragione a lamentarsi, lo sappiamo tutti: i problemi della scuola, in Italia, a partire dalla mancanza di soldi, sono enormi.

Eppure, qua e là, ogni tanto si verifica un miracolo; e ieri ho assistito a uno di questi miracoli.

Dovevate sentirli e dovevate vederli, questi ragazzi, tutti bellissimi, concentratissimi, affiatati, che suonavano e cantavano; e si divertivano, anche.

In mezzo a loro, quasi come dei fratelli maggiori, c’erano i loro insegnanti di musica: il chitarrista Nicola Basilico, il pianista Giulio Starnoni, il violinista David Taglioni, la preparatrice del coro Maria Laura Corbelli. C’erano anche, a prestare generosamente la loro collaborazione, dei professionisti: il chitarrista Christian Cecchini, il bassista Alessandro Graciotti, il batterista Piergiorgio Menghini e il percussionista Adriano Achei, professore dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana; dulcis in fundo, a dirigere coro e orchestra, la flautista Marta Montanari. Li conosco tutti, gli insegnanti, perché con tutti ho avuto il piacere di collaborare nella preparazione di spettacoli teatrali e musicali per le scuole; e conosco la loro passione genuina, il loro amore immenso per la musica e soprattutto per la diffusione della musica fra i ragazzi, in barba agli stipendi avvilenti e ai mille problemi che dicevamo.

E poi, il programma! Il titolo dice tutto: “Forever children – La vita in un cartoon”. Invece del solito, per quanto nobile, repertorio di brani classici condannati fatalmente al paragone, magari involontario ma comunque spietato, con le esecuzioni discografiche e a ricevere applausi educati ma fatalmente tiepidi, al pubblico è stata proposta una serie di sigle di cartoni animati: dai Pokemon alle Winx, da Mila e Shiro a Holly e Benji, e, soprattutto, da Candy Candy a Heidi, a Ufo Robot, Goldrake, Capitan Harlock e Jeeg Robot d’acciaio.

Figuratevi il pubblico, pieno di bambini ma anche di ragazzi dai quaranta in su: tutti a cantare, insieme al coro, Heidi, il tuo nido è sui mo-onti; Heidi, le caprette ti fanno ciao e, ballando pure durante il bis, Si trasforma in un razzo missile con circuiti di mille valvole. Qualcuno aveva anche i lucciconi agli occhi. E gli applausi scrosciavano.

Beh, lo sapete: l’ottimismo non è un vizio per il quale io sono famoso. Però, vedendo e ascoltando questi ragazzi e i loro insegnanti, e vivendo la carica di entusiasmo di quel folletto scatenato e nel contempo traboccante di grazia di nome Marta Montanari che dal podio, posseduta dal ritmo, dava a tutti tempi e attacchi, mi sono detto che se anche altrove, oltre che nella mia fortunata Macerata, ci sono persone così, allora qualche speranza, forse, il nostro futuro ce l’ha.

Giuseppe Riccardo Festa

Print Friendly, PDF & Email

Views: 2

Puoi essere il primo a lasciare un commento

Lascia una risposta