Non conosco Sergio Salvati personalmente. Pertanto, non sono affatto un suo sostenitore o difensore d’ufficio. Ho ascoltato con curiosità le sue riflessioni a cariatinet.it, le ho trovate appassionate e anche ricche di spunti interessanti. Salvati ha una cultura politica/amministrativa di territorio, votata a rispondere ai fabbisogni della gente comune. Un modo di intendere l’impegno politico molto di prossimità. Vicino alle persone. Fin qui tutto secondo regola. Uno schema perfetto che ha trovato, però, parecchi ostacoli sulla strada. Il primo un’amministrazione comunale che sembra non voler più rispondere alle esigenze materiali dei cariatesi. O meglio fa fatica a farlo. In seconda battuta, una giunta comunale che non ha piacere di aprire un dialogo con le persone, non avendo la consapevolezza che il momento non é dei più facili. Occorre provare a trovare insieme, invece, quelle soluzioni possibili alle diverse problematiche. Insomma, Salvati e la giunta Sero sono agli opposti. Certo non finisce qui la mia riflessione. A questo proposito, cosa pensare di fare? L’idea che mi sono fatto é che é inutile continuare a restare, in un contesto amministrativo attualmente impenetrabile. A cosa serve? L’ho più volte ribadito, anche personalmente, ad altri esponenti della minoranza in Consiglio comunale. C’é un limite a tutto. E credo vivamente che questo é stato più che superato. Dunque, é giunto il momento di sancire il principio di responsabilità. Ciascuno é responsabile degli atti che compie, come delle parole che pronuncia pubblicamente e dei giudizi che esprime. Il punto, allora, sarebbe quello di lasciare perdere. Di abbandonare al suo triste destino la maggioranza che non avrà nulla da raccontare a chi, riponendo molte aspettative in essa, l’ha votato quasi tre anni fa. Ti assicuro Caro Salvati che la Tua uscita dal Palazzo di Città, così come dei Tuoi colleghi di minoranza, rappresenterebbe un segnale confortante per Cariati. Un modo per determinare che una nuova marcia possa iniziare, trovando le basi in un’interazione più moderna e proficua tra società civile e politica. Del resto, puntare alla produzione di soluzioni, avendo dalla propria parte i cittadini, rappresenta un nuovo corso che segnerebbe il necessario cambio di passo. Nicola Campoli
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