
Sono sempre stato particolarmente affascinato dalla scenografia e dall’atmosfera che si respira nei piccoli Comuni. Dal modo di vivere semplice e dai sinceri legami amicali che si intrecciano tra le persone che abitano questi luoghi un po’ dimenticati. Principalmente sono attratto dalle micro comunità collinari e di montagna.
Non so cosa darei per vederle risorgere, visto lo stato comatoso nel quale sono piombate. Lo spopolamento dei piccoli Comuni italiani è un tema piuttosto dibattuto che, però, non riesce ancora a imporsi sui tavoli istituzionali che contano, in modo da costruire una politica nazionale di sostegno e aiuto.
È proprio nel corso della stagione invernale che l’isolamento dei micro Municipi, lungo la nostra Penisola, si fa sentire in maniera più forte e drammatica. L’arrivo del freddo comporta sempre, prima o poi, una finestra che sbatte, dentro qualche abitazione ormai chiusa da molto tempo. Nel silenzio delle vie deserte del Paese, il vento diventa la vera voce dell’assenza.
La voce cioè di chi è partito, per cercare altrove fortuna. Da tanti anni il preoccupante e costante fenomeno: è in grande crescita. Parliamo, quindi, dello svuotamento dei piccoli comuni, soprattutto montani o a vocazione agricola.
Le scuole chiudono, per l’assenza di nuove natalità, le banche spostano gli sportelli, il trasporto pubblico è problematico, quando inesistente. Le amministrazioni comunali sono in forte difficoltà e provano a condividere i servizi tra più comuni, ma i referendum per le fusioni sono quasi sempre bloccati dalle persone residenti.
C’è un’Italia minore per dimensioni, che lotta per non sparire. Un’Italia che sta sfumando e che laddove sparisse si perde il senso della nazione. Serve, innanzitutto, studiare modi e strumenti per superare le distanze fisiche, consentendo a chiunque di vivere questi luoghi e interloquire con il resto del mondo.
Contro lo spopolamento occorre una politica nazionale a vantaggio del sistema locale. Occorre rafforzare le infrastrutture per potenziare i servizi fondamentali, dalla scuola alla salute e alla mobilità, favorendo dall’altra parte gli investimenti. E dalla fiscalità di vantaggio, agli incentivi per le attività economiche, ai programmi di sviluppo rurale, sono molte le misure, che potrebbero rientrare in una politica costante a tutela di queste importanti aree del Paese.
Nicola Campoli
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