IL BULLISMO:UNA TRAGEDIA DELL’UMANITA’

Bullies surrounding and threatening teenage boy lying on floor

“Agli insegnanti e ai genitori: avete tutto sotto i vostri occhi. Occorre solo la voglia di guardare, di vedere davvero. E ai ragazzi e alle ragazze che vivono questo inferno, un abbraccio da un fratello che vi dice: tenete duro, un giorno l’inferno finirà”.

Massimo GRAMELLINI

Un fenomeno sociale, tragico e drammatico, quello del BULLISMO, in continua crescita non solo in Italia ma in tutto il Mondo che va decisamente combattuto, sradicato e contrastato, partendo dalle famiglie, in modo particolare dalle scuole dove si annida.

Il BULLISMO è un malessere sociale fortemente diffuso, ossia un disagio sociale relazionale che si manifesta soprattutto tra i giovani e nelle scuole, potremmo dire che uno studente è oggetto di BULLISMO, quando viene ripetutamente esposto ad azioni offensive, prevaricato, vittimizzato  di umiliazioni messe in atto da parte dei compagni, episodi di violenza verbale, psicologica e fisica, è una vittima ricorrente di abusi, di calunnie, di violenze, di minacce.

Le vittime del BULLISMO, solitamente sono ragazzi ansiosi e insicuri, rispetto ai propri compagni, ricevendo insulti e minacce, prendere calci e pugni, ricevere soprannomi antipatici ed essere presi in giro, subire la diffusione di voci maligne sul proprio conto, ricevere spintoni, venire fisicamente molestati, essere forzati a dare soldi, venire derisi per il colore della propria pelle, sessualità o status sociale, oppure venire semplicemente ignorati e emarginati, se attaccati da costoro, reagiscono piangendo o chiudendosi  in se stesso, soffrono di scarsa autostima, dando un’opinione negativa di sé, sono ragazzi timidi, vivono in situazioni di solitudine e di abbandono, possono manifestare dei disturbi come la depressione e l’ansia, aspetti psicosomatici come mal di testa e mal di pancia, enuresi, disturbi del sonno, ansia e spossatezza. Chi pratica il BULLISMO, sono persone prive di sentimenti, spesso  con problemi di sofferenze, sfogando il proprio malessere su altre persone, problemi all’interno della famiglia o problemi di tipo relazionale all’interno della scuola. I BULLI spesso costringono le vittime a procurare loro denaro, sigarette oppure oggetti di valore.

Le cause psicologiche che soggiacciono al comportamento del BULLO possono essere: un forte bisogno di potere e dominio, per cui sembrano godere nel controllare e sottomettere gli altri; condizioni familiare spesso inadeguate in cui possono avere sviluppato un certo grado di ostilità verso l’ambiente, e ciò può spiegare la soddisfazione provata nel provocare danno e sofferenza agli altri.

Nonostante l’attenzione verso il fenomeno sia alta, il BULLISMO è in  forte crescita, numerosi sono i casi che non vengono alla luce e nei quali le vittime non riescono a sottrarsi alle prepotenze dei BULLI.

La scuola è la vera istituzione sociale dove gli studenti devono essere incoraggiati a denunciare episodi di BULLISMO per un pronto intervento delle autorità, molto importante è la fiducia che i ragazzi devono avere nelle istituzioni. Genitori e istituzioni sono chiamati alle proprie responsabilità per ruoli e funzioni che svolgono.

All’interno della scuola gli episodi di violenza e sopraffazione avvengono soprattutto in aula, nei corridoi, nel cortile, oppure si possono manifestare anche per strada, in piazza, in corriera. Il BULLO si trova nella maggior parte dei casi nella stessa classe della sua “vittima”, può essere un suo coetaneo. Nella maggioranza dei casi si subisce in silenzio, sia all’interno della scuola che all’interno della famiglia. Molte vittime hanno paura di esternare le violenze subite.

Uno studente è oggetto di BULLISMO, quando viene esposto, prevaricato  o vittimizzato ripetutamente nel corso del tempo ad azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni, deliberatamente a far del male o danneggiarlo, spesso persistente, difficile difendersi, c’è un vero abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare.

Il BULLO ha bisogno di scegliere sempre qualcuno con cui fare il prepotente e il gradasso, può scegliere chiunque, continuerà a comportarsi male e a farti stare male se tu continuerai ad avere qualche reazione, a mostrarti indispettito, arrabbiato o triste. La maggior parte delle persone che subisce l’aggressività di un BULLO è sensibile, intelligente e gentile, vive in una famiglia normale e non ha fatto assolutamente niente per meritarsi di un trattamento simile, di fronte ad un Bullo non sa come comportarsi, cosa dire o cosa fare.

Sfortunatamente proprio questo tipo di persona è quella che il BULLO preferisce, in quanto calma e tranquilla, non reagisce se poi piange è il massimo del godimento.

 Le azioni di BULLISMO nei confronti delle vittime sono compiute  intenzionalmente e ripetutamente.

QUALI SOLUZIONI POTREMMO SUGGERIRE PER PREVENIRE IL BULLISMO?

La strategia migliore per combattere il BULLISMO è la prevenzione, alla base della quale c’è la promozione di un clima culturale, sociale ed emotivo in grado di scoraggiare sul nascere i comportamenti di prevaricazione e prepotenza. La scuola è il primo luogo di relazioni sociali per i bambini e, in  virtù del suo ruolo educativo, ha la responsabilità di farsi portavoce di alcuni valori che possono aiutare a prevenire il BULLISMO, come promuovere la conoscenza reciproca, favorire l’autostima dei ragazzi, insegnare l’apertura verso la diversità e il rispetto degli altri, insegnare ad affrontare i conflitti invece di negarli, spiegare l’importanza del rispetto di regole di convivenza condivise.

  1. riferire all’insegnante quello che accade.
  2. Incoraggiare chi sta subendo la prepotenza di un BULLO a parlarne con gli insegnanti.
  3. Consigliare a chi ha visto qualcuno fare il BULLO con un altro di raccontare tutto agli insegnanti.
  4. Chiedere che qualcuno venga a scuola a parlare di BULLISMO e spiegare come affrontarlo.

Se la scuola non presta attenzione al BULLISMO o non lo considera un problema, non devi accettare di subire. Hai molte altre possibilità per affrontare la situazione e ci sono tantissime altre persone da cui puoi ottenere aiuto.

Prof. Giovanni FERRARI, Docente Universitario.

 

Views: 2

Puoi essere il primo a lasciare un commento

Lascia una risposta