I conti del Comune non tornerebbero

I conti del Comune non tornerebbero, e a certificarlo è proprio l’area finanziaria dell’ente che, a richiesta del consigliere di minoranza della Lista per Cariati, Antonio Arcuri, scrive che le “liquidazioni in attesa di mandato ammontano alla data odierna (il 25 scorso, ndc) a 2.981493, 95 Euro”, mentre, “dalla verifica effettuata il 24 novembre presso la tesoreria, emerge un saldo negativo di 1.406.879,06 Euro. Come dire, in totale, 8 miliardi e mezzo delle vecchie lire. “Un’enormità – spiega Arcuri – che si commenta da sola, configurante un vero e proprio dissesto finanziario che pregiudicherà seriamente il futuro del Comune e graverà sulle spalle di tutti i cittadini”. Da un’angolazione squisitamente politica, Arcuri punta l’indice sulle “dichiarazioni ad effetto divulgate dai membri dell’esecutivo, secondo cui da tempo, per dare un esempio di sana ed economica gestione della cosa pubblica, non percepirebbero l’indennità di funzione, ed invece, scrive sempre l’ufficio preposto, non vi è alcuna rinuncia scritta, atteso che le indennità, fino al mese contabile di febbraio 2010, sono state regolarmente pagate”. Un capitolo a parte merita l’ultimo rilievo (n. 506/2010) deliberato dalla Corte dei Conti, sezione regionale di controllo per la Calabria, la quale, in più passaggi, ha rimarcato “la non veridicità e attendibilità delle previsioni di bilancio”. Il che equivale, sempre per il rappresentante della Lista per Cariati, a caratterizzare un falso in bilancio, cosa che noi abbiamo segnalato in più occasioni. Questa volta non lo diciamo solo noi, ma lo rimarca la Corte dei Conti che peraltro chiede al Comune di “rimuovere le endemiche situazioni di criticità gestionali e organizzativi che hanno causato la formazione di ripetuti debiti fuori bilancio”. E dunque, a fronte “di una mole spropositata di debiti – continua Arcuri – ci s arrabatta alla meno peggio attraverso operazioni di pura fantasia contabile che si tramutano in disonorevoli vessazioni nei confronti dei contribuenti”. Gli esempi? “Basta vedere le cartelle pazze che stanno arrivando, e continueranno ad arrivare, in questi giorni: l’Ici accertata con gli odierni avvisi riguarda l’anno 2005 e mancano all’appello gli anni successivi. Orbene, la maggior parte dei cittadini non deve alcunché, visto che la Sogefil (la società di riscossione, ndc), col benestare di questa amministrazione civica, ha calcolato valori catastali maggiori di quelli vigenti per gli anni accertati, comportando un maggiore imposta a carico dei cittadini che è illegale, non dovuta e arbitraria”. Arcuri rammenta di aver sempre proposto al governo locale la ricerca di una soluzione condivisa “per salvare il salvabile e frenare la caduta libera di una gestione affatto oculata”, ma l’esecutivo, in preda alla più scellerata schizofrenia, pur di fare soldi ha consentito che venissero calpestati i sacrosanti diritti dei cittadini in momento peraltro di gravi ristrettezze economiche per le famiglie”. Siamo dinanzi ad una “catastrofe dagli effetti devastanti che impongono alla gente di pagare anche il non dovuto, come sta accadendo per i canoni idrici che inventano un consumo di 200 mc di acqua, giustificandolo dalla illeggibilità dei contatori. Una scusa puerile, dettata dall’esigenza di fare, e subito, cassa. D’altronde le elezioni sono alle porte: valuteranno gli elettori se ci sarà ancora futuro per questa classe dirigente”.

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