Filippo Facci, alias Topo Gigio

Così siamo alle solite: secondo un certo tipo di uomini, anzi, di topi, una donna molestata, se è una bella donna, se l’è cercata.

Questo è il concetto di fondo del post che è costato a Filippo Facci la sospensione da Facebook, che merita un applauso (ogni tanto gli capita) per aver reagito con tempestività contro il giornalista, che ama litigare e polemizzare con tutti e su tutto e peraltro non è nuovo ad aggressioni verbali contro donne: già Facci aveva lanciato i suoi strali contro la defunta Nadia Toffa e contro Selvaggia Lucarelli.

Questo caso, relativo al noto episodio del palpeggio subito da Greta Beccaglia, evidenzia come un certo tipo di mentalità faccia fatica ad abbandonare la mente di taluni soggetti, tutti generalmente riconducibili all’alveo ideologico della destra italiana, quella becera cui appartiene anche, ad esempio, Vittorio Feltri, notoriamente affetta da machismo medievale e dotata di sensibilità e tatto paragonabili a quelle di una zampa di elefante.

Il Facci, nel suo post, ha pubblicato una foto del bel viso di Greta Beccaglia, corredata dal commento che non sto a riportare, ribadito su tweeter per affermare, con l’eleganza che gli è propria, che della sospensione da Facebook se ne infischia.

Il concetto di fondo, mi pare evidente, è che secondo il Facci una bella donna non deve prendersela se subisce aggressioni e molestie sessuali: la colpa non è – questa è la tesi – del palpeggiatore, ma della donna stessa, che si permette di mostrare in giro la sua bellezza.

Guarda caso, anche il soggetto all’origine del caso, il molestatore di Greta Beccaglia, appartiene alla stessa area politica di Facci e di Feltri (ricordate? Feltri si era detto invidioso del tizio che aveva stuprato per ore una diciottenne).

Non è la prima volta che sottolineo quanto la mentalità evidenziata dal post di Facci sia non solo incivile e insultante per le donne, ma anche offensiva per gli uomini.

Non per tutti gli uomini, beninteso: una simile mentalità è offensiva per gli uomini che non la condividono. È offensiva per gli uomini che non ragionano col glande ma col cervello, che non considerano “provocazione” la vista di forme femminili più o meno procaci, che non si lasciano soffocare dalla montata del testosterone e, soprattutto, che in una donna – pur ammirandone grazia e bellezza – vedono innanzitutto una persona, un proprio simile meritevole di rispetto.

Chiaramente, queste riflessioni non hanno attraversato la mente del Facci, quando ha postato prima su Facebook e poi su Tweeter le sue orgogliose e misogine dichiarazioni, visto che per sua esplicita affermazione, essendo stata Greta Beccaglia vittima di un’aggressione sessuale, Filippo Facci non è un uomo ma un topo: topo Gigio, un pupazzo.

Mai avrei creduto che un giorno avrei condiviso un’affermazione di Filippo Facci.

Giuseppe Riccardo Festa

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