
Considerati gli ultimi sviluppi delle inchieste sulle emergenze dei rifiuti a Napoli, che hanno evidenziato come parte di quelle emergenze siano state pianificate a tavolino per favorire la camorra, ci viene da chiedere come mai l’estate sta passando, stranamente, senza un’emergenza rifiuti sul nostro territorio. È un caso che, proprio in questa fase, non ci siano discariche da poter aprire o allargare? Lasciamo che eventualmente sia la Procura della Repubblica ad appurarlo. Ciò che è certo è che continua quotidianamente il disastro di contrada Bucita, di Contada Amica e di Iti, un pezzo di territorio ormai completamente asservito alle logiche scellerate del ciclo dei rifiuti calabrese. Il tratto di strada dalla nuova SS 106 che porta a contrada Bucita e che attraversa il centro abitato di Amica, è costantemente sommerso dal percolato che cola dalle decine di mezzi pesanti che quotidianamente entrano ed escono dall’impianto. Il risultato è un odore nauseabondo che rende l’aria irrespirabile e su cui non si può intervenire con una pompa ed un po’ d’acqua come maldestramente si è provato a fare. La situazione è insostenibile ed il danno che la nostra comunità continua a pagare è incalcolabile. Abbiamo oramai più di un anno fa posto degli interrogativi inquietanti sull’impianto di Bucita, interrogativi a cui nessuno, dall’Amministrazione Comunale alla Regione Calabria, passando dall’Arpacal e dal Dipartimento Politiche per l’ambiente, ha saputo rispondere. Li ribadiamo anche alla luce dell’emergenza sanitaria che il solo percolato per le strade provoca alla nostra comunità. Perché questo impianto ha trattato più rifiuti di quanti ne sono stati autorizzati? Perché il 90% dei rifiuti trattati finiscono in discarica e chi doveva fare la manutenzione e non l’ha fatta? Chi ha intascato il denaro pubblico per la costruzione mai terminata di questo impianto? Come è possibile aver piazzato un impianto di questo tipo a pochissima distanza da un centro abitato? Perchè è stata ignorata una importantissima zona archeologica, ormai sommersa di veleno? Qual’è la situazione contrattuale dell’impianto, è vero che stiamo pagando ancora la concessione a Veolià? E soprattutto, quando la bonifica di tutta l’area ormai contaminata? In verità la Regione Calabria una risposta, implicitamente, l’ha data: mentre non scuce una lira per la filiera del riciclo e della differenziata, ha intenzione di investire milioni di euro proprio su questo impianto, potenziandolo, ovvero finendo quello che abbiamo già pagato una volta e che pagheremo di nuovo. Significa che non c’è nessuna intenzione di restituire salute e territorio alla comunità, che di bonifiche non se ne parla neanche nonostante si siano consumati disastri ambientali accertati, che dovremo prepararci ad altre decine e decine di camion che passano ogni giorno tra le nostre case, e tutto questo per supportare un modello di gestione dei rifiuti fallimentare, costoso e devastante che favorisce soltanto gli speculatori. Riteniamo che su questa prospettiva i Sindaci del Territorio, a partire dal Sindaco di Rossano, debbano intervenire per impedire che Bucita continui ad essere sacrificata alle scelleratezze della Regione Calabria ed agli intrallazzi del ciclo dei rifiuti calabrese: non siamo più disposti a tollerare né le sopraffazioni della Regione né le immobilità della classe politica locale. Inoltre è urgente che si risolva definitivamente il problema del percolato per le strade. Non ci interessano gli scarica barili tra amministratori e gestori, scarica barili a cui ci hanno abituato 15 anni di Commissariamento all’Emergenza Ambientale e che sono serviti soltanto a coprire collusioni e malaffare: riteniamo tutti responsabili di questa situazione. Pretendiamo quindi interventi immediati. Deve essere assolutamente vietata la circolazione a mezzi che rilasciano percolato: chi non ha mezzi adeguati non concorra alle gare d’appalto per la raccolta degli RSU e le pubbliche amministrazioni rescindano i contratti. Deve essere seriamente ed urgentemente bonificato il tratto di strada che porta dalla nuova SS 106 a contrada Bucita per arrestare il vomitevole tanfo tra le case e per impedire che la prima pioggia spinga tutto fino al mare. Nel caso in cui questo non avverrà in breve tempo, ci rivolgeremo agli organi competenti affinché accertino le responsabilità di questo ennesimo disastro. Comitato in difesa di Bucita e del Territorio
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