AMMINISTRATIVE 2016. IL PD SCHIERERA’ FAUSTO SERO

La lunga campagna elettorale che traghetterà Cariati alle elezioni amministrative del 2016 non entusiasma la “ggente”, mentre sembra che i protagonisti delle “trattative in corso” apprezzino pochissimo i giornalisti, quelli veri.

Sono atteggiamenti comprensibili: gli esami e le censure, non rallegrano nessuno, ma ogni mestiere ha i suoi inconvenienti e non tutti sanno accettare, magari con rassegnazione, le inevitabili controversie.

Dunque, la “ggente”, la misteriosa entità che tutti vogliono servire o proteggere, che cosa ne dirà la “ggente”, di questa confusione, del fatto che a volte le smentite precedono addirittura le notizie? Ma chi è che fa  l’informazione, rispettando, se non sempre le regole della sintassi, almeno quelle della decenza? Non ci vorrebbe un po’ più di chiarezza, adesso che l’afflitto sindaco Filippo Giovanni Sero volge al tramonto?

Cariati è un Comune dall’incerto avvenire e dal confuso passato, e a qualche mese dal rinnovo del consiglio comunale, il Pd locale si propone come “ago della bilancia”, stilando un calendario di consultazioni con lo scopo di ridurre a sintesi il non celato malcontento generale nei confronti dell’attuale amministrazione civica, rea di aver abbandonato a se stessa la città ed, anzi, di averla ridotta ad un cumulo di macerie fumanti.

Ma, nella foga del “fare”, spesso si rischia di smarrire la via maestra, anche se questa è tracciata da anni ed anni di esperienza: quando si gestisce il potere, i dissensi nascono solo dalla spartizione della torta, non dal controllo del forno.

Il giovane e preparato segretario cittadino del Pd, Emiliano Di donna, da tempo spiega il ruolo del suo partito nella delicata sfida che si sta giuocando sul futuro cariatese.

Il Pd, dice Didonna, è alternativo a questa gestione comunale ed ambisce a confrontarsi con coloro i quali nutrono la medesima valutazione: “Stiamo sondando il terreno per capire se c’è la volontà politica al cambiamento”.

Ci saranno, inevitabilmente, degli errori di valutazione in corso d’opera, ma  anche Gesù, che di norma si ritiene più dotato dei nostri politici, tra i dodici apostoli ne sbagliò un paio: uno lo vendette per trenta denari (chi sa che prezzi ci saranno per le elezioni); un altro disse che forse lo aveva visto, sì, ma lo conosceva vagamente; come quel fidanzato che ammetteva: “La mia ragazza è incinta, ma appena appena”.

Didonna ribadisce l’apertura del Pd a tutti, nessuno escluso, o quasi, ma è chiarissimo: “Le legittime diversità all’interno del Pd non impediscono a nessuno di esprimere la propria opinione. Ma quando essa è palesata in contrasto alla linea ufficiale del partito, è chiaro che si agisce a titolo personale”.

Ed ecco l’allontanamento di Sergio Salvati, fino all’altro ieri capogruppo del Pd in consiglio comunale

Perfetto, ma dei piccoli, grandi problemi della “ggente” (acqua, spazzatura, illuminazione pubblica, viabilità)  perché non esprimersi? Forse perché, ha scritto qualcuno, su ciò di cui non si può parlare è bene tacere?

Vedremo. Intanto circola una “vox” clamorosa che se fosse confermata scombussolerebbe le carte sul desco di tanti commensali e riaprirebbe, di sana pianta, l’intero impianto pre-elettorale, costringendo i troppi “pretendenti” a rivedere le proprie posizioni ed a scendere a più miti consigli: sembra che sia intenzionato a scendere in campo, per la poltrona di primo cittadino, Fausto Sero.

Che non è propriamente un signor nessuno ma, noblesse oblige, un raro esemplare, forse l’ultimo, di “politico” autentico, quasi da tutelare come la foca monaca: segretario del Pci, Pds, Ds, Pd per lunghi anni, ha attraversato per intero la travagliata storia del glorioso partito di sinistra che, grazie a lui, ed a uomini come lui, ancora “regge” nelle sezioni periferiche di antica memoria.

Ecco, la sua presunta, ma non confermata, “scesa” personale nell’agone politico locale traccerebbe davvero un “nuovo corso”.

E ne trarremmo, tutti, giovamento, perché egli, se fosse vera l’indiscrezione, metterebbe in campo una qualità ormai fuori moda ma della quale si sente un dannato bisogno: l’onestà.

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