ADDIO ANGIOLINA OLIVETI, UNA GRANDE DONNA CON IL TALENTO DI SCRITTRICE

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di Assunta Scorpiniti
foto 2Non riesco mai a scrivere quando vanno via le persone cui voglio bene, soprattutto se hanno condiviso con me qualcosa di importante, lasciandomi un segno indelebile. Ma è necessario lo sforzo, perché con Angiolina Oliveti, che serenamente si è spenta durante le festività natalizie, ho condiviso un’amicizia profonda e bellissima, costantemente alimentata ai comuni percorsi nella scrittura e all’amore per la Calabria, che sempre ci ispira e ci dona materia di narrazione.

Nata a Firenze da madre fiorentina e padre calabrese di Roccabernarda (Kr), Angiolina aveva l’età di mio padre ma, in realtà, era senza tempo, o meglio, di ogni tempo, per la sua storia di donna forte, emancipata e dai sani principi, oltre che per la giovinezza perenne, della mente e delle idee. Il confronto era come tra coetanee, anche se la grande intelligenza, la saggezza e la straordinaria esperienza di vita me l’hanno tante volte posta a riferimento.

foto 3La nostra amicizia è nata nel 2003, quando, in una collaborazione editoriale, mi capitò di curare l’editing di “Con la testa all’indietro”, uno dei suoi primi romanzi di una produzione letteraria avviata in età matura, dopo la pensione. Di certo non sarebbe riuscita, negli anni in cui lavorava col massimo impegno e una totale dedizione presso la Regione Calabria, nel ruolo di Dirigente nel settore della divulgazione agricola (era laureata in Scienze Agrarie), oltre che come esperta dei Consorzi di Bonifica, come Tecnico specialista, quindi con la carica di Presidente regionale dei Gruppi di Azione Locale.
Quando ha potuto dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, le pubblicazioni con varie case editrici calabresi si sono succedute a ritmo incessante: da “”Viaggi in treno” a “L’orto di Ignazio”, da “Roccafuscalda e il tempo della meridiana” a “Cent’anni nel borgo senza tempo”, ad altri romanzi che sapevano di Calabria, natura, sociale, memoria e dell’immaginazione dei grandi narratori, fino a un’avvincente serie di gialli scritti, con i romanzi “Segreti e utopie” e “Il canto delle cicale”, per l’editrice toscana Helicon.

foto 4Ho avuto il piacere e l’onore di recensirne la maggior parte sui quotidiani regionali e su riviste letterarie, di condividere con lei esperienze ed eventi culturali dove arrivava, in età già avanzata, con la sua potente automobile e il suo inseparabile sigaro; di ascoltare i racconti di vita, le storie familiari; di conoscere il suo punto di vista, pragmatico ma sempre alto, rispetto a tanti temi. Di ammirare la madre tenera verso l’unico, amatissimo figlio Luigi e la bella e originale coppia che formava con Francesco Martucci, nobiluomo e avvocato del crotonese.

foto 5Riguardo alla sua professionalità di divulgatore agricolo, che l’ha resa una personalità importante di quel mondo e l’ha portata a girare in lungo e largo la Calabria, dando, tra l’altro, un forte impulso allo sviluppo rurale e al settore dell’agriturismo, diceva che il suo lavoro consisteva principalmente nel “decodificare un linguaggio tecnico per renderlo comprensibile ai contadini”. In una recente intervista ha dichiarato: “mi mettevo i pantaloni pensando che questo aspetto mascolino mi facesse accettare meglio da loro”. In realtà, affermano molti testimoni, la sua opera tecnica, la grande competenza, la generosità dell’indole l’hanno resa un vero e proprio mito agli occhi degli agricoltori calabresi, specie della terra crotonese che amava intensamente, e delle giovani leve, che sapeva incoraggiare e sostenere.
Mi resta il ricordo degli ultimi incontri, tra cui quello dell’estate 2014, nell’antica dimora di famiglia a Cerenzia, e di solo qualche mese fa, quando con mia sorella Maria siamo andate a trovarla nell’abitazione di Catanzaro, trascorrendo con lei una bellissima giornata. Era quasi al capolinea, per lo stato di salute, ma sempre pronta a guardare avanti e a raccontare con l’entusiasmo di un’esordiente di un nuovo romanzo. Mi mancherà questa speciale amica. Mancherà a chi l’ha conosciuta, a tanti lettori, alla Calabria in cui ha sempre creduto.

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