A CASTROLIBERO UNA PIAZZA INTITOLATA AL MILITE AGAZIO

La prima piazza Giovanni Agazio della Calabria si trova a Castrolibero. Un’attenzione che fa onore alla cittadina dell’hinterland cosentino guidata dal sindaco Orlandino Greco e un riconoscimento reso in omaggio non solo alla memoria del giovane cariatese, ma anche a quella di tutti gli internati italiani che si sono immolati per la Patria. Giovanni Agazio, come si ricorderà, era un soldato morto di stenti il 4 marzo 1944 in un campo di concentramento tedesco nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. “Ringrazio di cuore il Sindaco, l’assessore Francesco Rovere e la tutta la Giunta – ha dichiarato appena appresa la notizia il nipote del milite, Leonardo Agazio, da circa vent’anni residente con la sua famiglia a Castrolibero – per aver dedicato a mio zio uno spazio nel nostro Comune”. Sull’esempio di Orlandino, anche il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha fatto sapere che, nell’ambito del piano della toponomastica della città, sarà certamente presa in considerazione la richiesta di intitolare a Giovanni una via del capoluogo. Segnali positivi che dimostrano una spiccata sensibilità e un alto senso civico. Ora si attende un’analoga delibera da parte dell’amministrazione comunale di Cariati, paese d’origine del soldato, anche per dare risposta alla volontà popolare manifestata tramite una petizione promossa sui social network. La richiesta è stata avallata, tra l’altro, all’indomani del rientro in patria delle spoglie, da varie associazioni culturali tra cui l’associazione nazionale Partigiani d’Italia, sezione Regionale di Catanzaro, nella persona del coordinatore Mario Vallone secondo il quale “la figura e la vicenda umana di Giovanni Agazio si prestano ad essere ricordate in maniera appropriata, soprattutto in questo momento storico dove molto facilmente si è portati a dimenticare la tragica storia del nazifascismo”. Come si ricorderà, il soldato cariatese, chiamato alle armi nel 1943 all’età di vent’anni, venne catturato a Reggio Emilia in seguito ad un’imboscata delle truppe tedesche; deportato in Germania, fu sottoposto ai lavori forzati; ricoverato per una polmonite contratta in seguito alle condizioni disumane del campo di concentramento, morì e venne sepolto nel lager di Fallingbostel, nella Bassa Sassonia. Nel ’57 i suoi resti furono trasferiti nel cimitero militare d’Amburgo e da qui nel settembre scorso, per interessamento della famiglia, hanno fatto rientro a Cariati dopo circa settant’anni, dove hanno potuto ricevere tutti gli onori del rango. Il prefetto Cannizzaro il 27 gennaio scorso a Ferramonti ha conferito ai familiari una medaglia d’onore al merito.

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