
In vista delle elezioni politiche del prossimo 24 febbraio dobbiamo evitare che prevalgano sconforto e tendenze di antipolitica. Siamo i primi noi a non ritenerci contenti di come sono andate le cose. Ma per onestà intellettuale, correttezza e chiarezza, le analisi preferiamo farcele da soli senza dover ascoltarle dagli altri. Oggi abbiamo il dovere dellentusiasmo. Soprattutto in questa città, dove la destra è nata, siamo una forza viva ed importante. Non possiamo invalidare la grande casa del Pdl: dobbiamo dare a Giovanni DIMA la possibilità di essere eletto, altrimenti non avremo alcun rappresentante di questo territorio. È quanto ha scandito il consigliere regionale Giuseppe CAPUTO chiudendo lincontro politico del Pdl, ospitato nella sala convegni dellHotel ROSCIANUM. Prima di CAPUTO erano intervenuti il coordinatore cittadino Leonardo CALAROTA, il sindaco Giuseppe ANTONIOTTI e il deputato Giovanni DIMA. Limpegno messi in campo ed i risultati ottenuti in appena un anno e mezzo di amministrazione comunale ha detto ANTONIOTTI sono la risposta e lantidoto più forte allinsinuarsi dellantipolitica. Dal nostro insediamento è stato un percorso sempre in salita. La quantità di disagi, emergenze e questioni aperte ereditate e da affrontare non ci ha lasciato lo spazio neppure per riflettere. Abbiamo lavorato e stiamo continuando a lavorare con abnegazione dimostrando quale idea e metodo del governo della cosa pubblica ispira gli uomini del centro destra. Nonostante i tagli del Governo MONTI, lo stesso che ci ha scippato il Tribunale, siamo riusciti a non far pagare lIMU sulla prima casa ai rossanesi, rinunciando come Comune ad un introito di 400 mila euro. ANTONIOTTI ha parlato anche della riapertura del dialogo con lEnel sul futuro dellimpianto di S.Irene, dellopportunità sempre più vicina del nuovo Ospedale della Sibaritide e dei 14 milioni di euro ottenuti per il depuratore consortile dellarea urbana. In un anno e mezzo ha concluso il Sindaco siamo stati capaci di recuperare circa 26 milioni di euro di investimenti sulla Città. Questo è il nostro modo di governare anche in mezzo a mille difficoltà. Per DIMA, che ha insistito sulle possibilità concrete di recupero del PDL e di partita aperta, le campagne elettorali si devono giocare fino in fondo, al di là delle proprie esistenze politiche. Oltre le tentazioni dellantipolitica presenti ha detto anche nel nostro schieramento, ci sono le condizioni per vincere. Dopo aver insistito sulla necessità di un rilancio della conurbazione Rossano Corigliano per acquisire quel potere contrattuale territoriale che fa paura a tanti in Calabria e dopo essersi soffermato sui tempi di realizzazione del nuovo Ospedale della Sibaritide che ha spiegato rappresenterà il punto di arrivo di una razionalizzazione della sanità che in altre regioni è partita prima, DIMA (autore di oltre 500 interrogazioni parlamentari in questi anni) non ha lesinato critiche alla permanenza di un sistema elettorale che di fatto non premia il merito o limpegno territoriale ma che rischia anzi di favorire il trasformismo. Sulla difesa del Tribunale ha chiosato non si sono visti altri deputati quanto e come il sottoscritto. Ed anche questa partita non è ancora definitivamente chiusa. Analisi oggettive e tuttavia necessità di giocare fino in fondo il proprio ruolo ribadite anche nellintervento conclusivo di CAPUTO per il quale molte questioni rimaste aperte o aggravatesi sono state la conseguenza, purtroppo, dellincapacità di fare squadra della deputazione calabrese nel suo complesso. Sulle emergenze che sta vivendo la Calabria e il territorio CAPUTO non ha usato mezzi termini. Anzi tutto sulla sanità. Sui livelli essenziali di assistenza (LEA) nella Sibaritide ha scandito non indietreggeremo e faremo valere le nostre ragioni. Il piano di rientro, così come attuato, continua ad alimentare il debito e lemigrazione sanitaria. Sui rifiuti hanno fallito sia i governi di centro destra che di centro sinistra. E la magistratura farebbe bene ad aprire ad aprire uninchiesta sullo spreco milionario di 15 anni di commissariamento. Non siamo contenti ha proseguito per quelle che cose non sono state realizzate dal governo nazionale e che dovevano essere portate a termine. Oggi, però, abbiamo il dovere di rimettere in campo impegno ed entusiasmo. Siamo una forza viva e grande. Dallaltra parte cè il deserto e se DIMA non dovesse essere eletto non avremo in Parlamento rappresentanti di un territorio contro il quale ha chiosato giocano forse altri disegni. Ecco perché in questa fase dobbiamo dimostrare ancora una volta qual è il nostro peso specifico. Subito dopo ci confronteremo sul da farsi e sulle scelte anche drastiche da assumere su tutte le questioni aperte.
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