
Caro Signor Presidente Obama, è stata data vasta eco all’invito rivoltoLe dal nostro Presidente del Consiglio, Enrico Letta, a visitare la Toscana. Naturalmente il nostro Letta Lha invitata nella sua terra di origine che è, come Lei ben saprà, una delle mete principali di turisti, non solo stranieri. Le scrivo per proporLe di approfittare della sua prossima visita in Italia per raggiungere una regione, la Calabria, meno conosciuta della Toscana, dellUmbria o della Liguria ma non per questo meno accattivante. La invito ad assaporare il senso della Calabria. La mia azienda, la mia famiglia e tutta la comunità di Cariati, paese nel quale vivo e opero, nonché l’intera regione avrà il piacere immenso di ospitarLa nella nostra terra meravigliosa e ricca di storia. Spesso e volentieri i nostri governanti si dimenticano di citare la Calabria nel novero delle mete turistiche del nostro Bel Paese, forse perché il Sud, e da sempre il sud del mondo, è sinonimo di lontananza, ma, citando Keppel Craven (anno 1821!), non ritengo affatto illusorio sperare che un governo più sensibile, leggi migliori e una maggiore diffusione della cultura e dellimpegno delluomo possano aiutare questa regione ad assurgere a quel ruolo giustamente ambito per i favori che la natura le ha attribuito. Sarei quindi molto lieta di ospitare Lei, assieme al nostro Presidente del Consiglio ed al nostro Presidente della Repubblica, non nelle vesti di Capi di Stato, ma in quelle di visitatori ai quali far vivere il nostro territorio. Sono certa che in questo modo Lei diventerà il più importante messaggero di questo pezzo dItalia, sulle cui coste sbarcarono i Greci, che si mescolarono con le popolazioni autoctone, dando vita a colonie così magnificenti da guadagnarsi l’appellativo di Magna Grecia, così importanti da superare, in alcuni casi, la stessa madrepatria. Solo respirando questa punta dello stivale, con oltre settecento chilometri di coste bagnate da due mari ed attraversata da magnifiche montagne, scoprirà che lItalia non è solo Pisa, Firenze, Siena, Roma o Venezia: quaggiù la vita ha un sapore diverso, forse amaro, ma autentico. Carissimo Presidente, Lei che è un estimatore di Gioacchino da Fiore, uno dei figli più illustri della Calabria, venga a toccare con mano la Terra che ha partorito il pensiero occidentale della libertà e della democrazia. Laspettiamo perché come dice il suo concittadino, calabrese dorigine, Gay Telese, il padre del New Journalism, la Calabria si comprende solo vivendola. La saluto col cuore. Filomena Greco
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