
CARIATI Sembra una parabola abusata da decenni, ma ancora, nonostante lo scippo e lo sciacallaggio dei potenti di turno, assisi sugli scranni delle varie istituzioni da tempo immemorabile, lunico, vero trampolino di lancio, come dicono quelli che parlano bene, per la rinascita economica calabrese è il turismo Lo conferma Alfonso Cosentino, candidato al consiglio regionale per lUdc, ed egli stesso imprenditore turistico, proprio perché certe sofferenze imprenditoriali, determinate dalla solita latitanza pubblica, le ha vissute, e pagate, sulla propria pelle: Lidea di fare turismo in Calabria si sposa perfettamente con la vocazione di una terra che non ha niente da offrire se non bellezze paesaggistiche senza eguali; spazi ancora incontaminati; spiagge, nonostante le fughe di certe amministrazioni locali, che conservano, intatte, il fascino esotico di mete lontane; monti paradisiaci più vicini allIrlanda che allAppennino italico; centri storici rimasti pressoché intatti allepoca medievale; sapori e gusti enogastronomici unici. Ma quaggiù si arranca: Il turismo spiega Cosentino è condizionato ad una serie di elementi negativi. Mi riferisco, e non scopro nulla di eccezionale, ai trasporti: le vie di comunicazione non agevoli o, quanto meno, non collegate con il resto del mondo non incoraggiano i clienti, che pure verrebbero a frotte, i quali abbisognano, innanzitutto, di comodità, celerità e sicurezza. Insomma, chi arriva una volta, difficilmente ritorna. Il resto sta alla capacità di valorizzare il nostro immenso patrimonio storico, culturale e naturalistico; di sapere cogliere e sfruttare le opportunità che ci offre lEuropa; di avere rispetto assoluto per il territorio, rifiutando le logiche dello scempio ambientale; di creare una rete di imprenditori onesti e seri, che sono la stragrande maggioranza, in grado di arginare lo strapotere della criminalità organizzata; in una parola, di essere coesi, tutti, e di reclamare, con la forza della ragione, una svolta generazionale nella gestione della cosa pubblica, dal più piccolo dei comuni alla regione, perché ciascuno, a seconda delle proprie responsabilità, si impegni nello svolgimento del mandato popolare che ha ricevuto: il dovere di amministrare la Calabria in una cornice di valori eticamente corretti. Non cè più tempo da perdere. Non cè più tempo per pigrizie, per paure, per coltivare piccole rendite di posizione. È tempo di rimettersi in cammino. Con il coraggio dei liberi e dei forti.
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