
È un po’ che non scrivo sulla politica cariatese o meglio sullo stato dell’arte dell’amministrazione Greco.
Annovero molti amici amministratori che si dedicano generosamente alle loro comunità con forte spirito di servizio.
Infondono nel loro operato tanto entusiasmo e passione. La qualcosa viene ben percepita dai cittadini.
In questa maniera le persone partecipano alla vita pubblica e hanno piacere di toccare con mano i risultati, che si raggiungono nel corso del mandato.
Ciò fa molto spirito e senso di comunità, che poi visto il difficile momento, serve anche a responsabilizzare i cittadini e renderli protagonisti.
Tutto ciò non lo vedo a Cariati. Al contrario, non scorgo una volontà chiara dell’amministrazione in carica di rendere partecipe i cariatesi.
Non vedo un dialogo tra cittadini e amministratori che deve rappresentare un punto fermo del lavoro in una piccola comunità.
Un vuoto enorme, almeno così denoto, che allontana le persone dalle istituzioni e distrugge la fiducia.
Manca del tutto il linguaggio dei risultati e la grammatica essenziale della gestione della cosa pubblica.
Qual è la verità di questa situazione? Bisognerebbe recuperare un anima comune per cambiare passo.
Questo sarebbe un buon modo di reagire. Significherebbe aver tratto un insegnamento dal passato, dando un contributo alle generazioni future.
Tutto questo, mi consentano gli amministratori cariatesi, non si intravede da troppo tempo.
Ancora di più a Cariati che da anni vede peggiorare la propria condizione economica e sociale. E che a un tale destino è triste rassegnarsi.
Nicola Campoli
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