
di Marco Toccafondi Barni
– E’ la giornata nella quale il re abdica, forse definitivamente, dimostrando al mondo intero che non diventerà mai Dio. Complice una sconfitta veramente clamorosa, che non ha evitato in alcun modo, non si avvicinerà mai a lui, il genio al quale è stato paragonato fin da bambino: “El Diego. No, Messi sarà sicuramente e giustamente ricordato come uno dei migliori calciatori dei nostri tempi, forse perfino della storia, uno che nasce ogni 30/40 anni, ma essere Diego è un’ altra cosa. Difficile ne nasca un altro simile e la giornata di oggi sembra averlo sancito definitivamente e una volta per tutte.
Argentina – Arabia Saudita = 1 -2 (10° L. Messi (R), 48° Saleh Al-Shehri, 53° Salem Al Dawsari)
– Da oggi anche gli argentini hanno la loro “Corea del Nord”, solo che si chiama Arabia Saudita, l’ improbabile quanto insano protettorato Usa in Medio Oriente, che prende addirittura il nome di una famiglia: i Saud. Non è la prima volta che un risultato clamoroso scuote le prime fasi dei mondiali, anzi. Si va va dalla Corea del Nord nel 1966 ai danni degli azzurri, puniti da un presunto “dentista”, in realtà era un militare dell’ esercito, per passare ancora a un’ Argentina campione del mondo in carica, sono le notti magiche dei mondiali italiani nel 1990, sconfitta clamorosamente nella partita inaugurale a Milano dal simpatico Camerun. Ma al tempo c’era ancora Diego e infatti poi l’Argentina sfiorò la sua terza coppa nella finale di Roma, macchiata da un rigore contestatissimo a favore della Germania.
E con un altro rigore generoso, ieri mattina, le cose sembravano essersi messe bene per la Seleccìon, Messi lo trasforma alla perfezione ed è subito 1-0. Si aspetta il raddoppio, ma arrivano solo 3 goal annullati per fuorigioco, offsides dovuti anche al pressappochismo dimostrato dagli argentini e dalla troppa disattenzione in campo. E allora si va al riposo solo con un gol di scarto tra i campioni del sudamerica e l’ Arabia dei Saud. Tante nubi oscure si stanno per addensare sulla testa di Messi e compagni, perché in 5 minuti c’è un “uno due” micidiale che mette K. O. gli uomini di Scaloni. Il risultato, clamorosamente, non cambierà più fino al triplice fischio e adesso è ancora tutto in bilico, però l’ Argentina dovrà interpretare se stessa dopo questa falsa partenza e Messi dimostare per un’ ultima volta al mondo di essere il fenomeno che conosciamo. L’ Arabia Saudita invece è incredibilmente prima nel girone dopo il primo turno, grazie a una partita difensiva, senza sbavature e con 2 gol su due tiri in porta. Un miracolo dell’ allenatore nominato il più bello del mondo: Hervé Renard. Un classe ’68 con un modesto passato come calciatore nelle serie inferiori e una somiglianza con un attore del “Trono di Spade”, che in tempi di vacche magre puliva le scale dei condomini per arrotondare. Oggi guarda i calciatori più pagati del mondo dall’ alto. Chapeau Mr. Renard.
Danimarca – Tunisia = 0 – 0
– E’ il classico 0-0 per nulla noioso, anzi. Già, nonostante l’assenza di gol è stata una partita decente. Poche le emozioni, vero, ma va in scena un primo tempo intenso, la ripresa un po’ meno, all’ Education Stadium tra Danimarca e Tunisia. E come spesso capita quando un match temina a reti inviolate le difese sono state perfette. Eccellente la Tunisia in fase difensiva, difatti sono solo 2 le occasioni per i danesi: un tiro dalla lunga distanza di Eriksen, bella la sua favola dopo il terribile spavento agli europei del 2021, deviato da Dahmen alto, poi un palo scaturito dal corner. Finisce a reti inviolate una partita non brutta, ma che verrà ricordata soprattutto per il ritorno di Christian Eriksen. Qualcosa di più bello persino di una partita e di un mondiale.
Messico – Polonia = 0 – 0
– Forse c’era un convitato di pietra in questo match: l’ Argentina. La squadra di Scaloni, infatti, perdendo clamorosamente contro l’ Arabia Saudita ha sparpagliato tutte le carte, perché non c’è più una favorita nel girone, a oggi non esiste. La “banda Messi”, perdendo così clamorosamente, ha rimesso tutti in gioco e quindi un pareggio poteva andare anche bene a messicani e polacchi. E pareggio è stato.
Sul rettangolo di gioco c’è stato sempre equilibrio e sono state poche le emozioni vere, soprattutto nei primi quarantacinque minuti. Sì, più Messico che Polonia, ma niente altro da segnalare. Ma all’improvviso capita qualcosa: è tutta in giallorosso l’azione. Il polacchino d’oro di Mou ruba palla a un avversario, innesca Lewandowski che viene strattonato in area da un ex giallorosso che a Trigoria non ha lasciato grandi ricordi di sè (6 partite totale), Moreno. Controllo VAR e rigore, ma il capitano della Polonia si fa ipnotizzare dall’ espertissimo (è il suo 5° mondiale) Ochoa, portiere perennemente sottovalutato, ma che ha sfiorato l’arrivo a Napoli qualche anno fa. E allora al terzo fischio sarà un punto per uno, che non fa male a nessuno e soprattutto, per adesso, non fa troppo male neppure all’ Argentina.
Francia – Australia = 4 – 1 (27° A. Rabiot, 32° O. Giroud, 68° K. Mbappé, 71° O. Giroud, 9° C. Goodwin)
– Un brivido corre lungo la schiena di tutti i francesi, quello di ripetere il tonfo dell’ Argentina. Ma la Francia non è l’ Argentina e in fondo lo dimostrò anche 4 anni fa nello scorso diretto in Russia, finendo dapprima sotto con la Seleccion, ma poi ribaltando e vincendo la partita meritatamente e come viatico ottimale per la vittoria finale. Ma nulla è facile e scontato in un mondiale e allora dopo appena 9 minuti la grande sorpresa: la difesa dei Blues crolla e Goodwin va in gol e porta in vantaggio l’ Australia.
I giri di orologio sono solo 9 quando Deschamps è già costretto a modifcare l’assetto della sua squadra. E’ allora che la Francia ne approfitta, si alzano subito i ritmi di gioco e sale in cattedra un po’ di serie A. E’ lo Juventino Rabiot, difatti, che segna e poi serve l’assist a Giroud per il momentaneo 2-1 col quale si chiude il primo tempo. Non prima, però, di aver visto un errore clamoroso da parte di Mbappè e un palo colpito dagli australiani nei minuti di recupero.
La ripresa inizia con i francesi che fanno dei cambi in famiglia: si avvicendano i fratelli Hernandez e Theo dà la spinta decisiva per la goleada finale. Finisce 4 – 1 per la Francia, con la doppietta di Giroud e il gol del fenomeno Mbappè. Allora la Francia, la Coppa del mondo restare a Parigi.
Views: 0
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.