
Anche quest’anno si é rinnovato il 16 agosto il sacro rito della processione per strada e via mare della statua di San Rocco. La solenne manifestazione ha avuto inizio, come suo solito, al termine della Santa messa celebrata da Don Mosé nel pomeriggio nella Chiesta del Cristo Re. A seguire, si é proseguito verso il porto, da dove la statua, una volta trasportata sul peschereccio San Marco, ha sfilato per mare. Tanti cariatesi e turisti hanno partecipato con devozione alla suggestiva processione, che richiama sempre un folto e partecipato pubblico di fedeli che aumenta ogni anno. L’iniziativa che rappresenta uno degli appuntamenti più attesi dell’estate cariatese dovrebbe, alla già nota sagra dedicata ai sapori locali nel cortile della Chiesa del Cristo Re, vedere un piú intenso coinvolgimento dei tanti villeggianti che seguono il rito lungo le spiagge della costa. Nel corso della processione in mare, che vede appunto sfilare la statua del Santo sul peschereccio addobbato a festa e affiancato da una scia di imbarcazioni grandi e piccole, le persone, che ammirano dalla spiaggia la sfilata del corteo di barche, dovrebbero acquisire un ruolo più attivo, creando un “continuum” scenografico tra terra e mare. Troppo slegata la processione via mare, rispetto ai tanti che stazionano in spiaggia e che, al di lá dall’apprezzare i diversi momenti pirotecnici, restano silenti sul bagnasciuga. Perché non invitare, come Comitato organizzatore, le persone sulla costa a vestire tutte una maglietta dello stesso colore e accendere dei piccoli bengala per festeggiare il passaggio del peschereccio con la statua di San Rocco? Perché non intonare, ad esempio, dei canti religiosi, affinché le persone si sentano più coinvolte nel momento di fede? Lo spettacolo di luci, suoni e profumi susciterebbe di certo delle piacevoli emozioni, creando un unica sensazione tra terra e mare. L’atmosfera piú coinvolgente, illuminata dai giochi pirotecnici e dalla luna, riscalderebbe gli animi dei tanti appassionati, suscitando uno spirito di appartenenza per quanti ogni anno attendono e vivono l’evento con sentita partecipazione e i cui ricordi si moltiplicano di anno in anno. L’iniziativa deve diventare sempre più motivo di grande orgoglio per la comunità di Cariati e bisogna investire per trovare il migliore connubio tra evento religioso e appuntamento di richiamo turistico. Tanti sono i paesi in tutta Italia che hanno fatto negli anni di spaccati simili, motivo di forte attrazione turistica, trovando negli stessi villeggianti i loro primi credibili ambasciatori verso tante altre persone. Pertanto, tutto finalizzato a unire sempre più Cariati, con lo scopo di farla diventare una comunità più accogliente e stimolante. Nicola Campoli
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