
Lincidente, avvenuto intorno alle 00:30 del mattino di oggi a Rossano, a pochi chilometri dal luogo dove circa un anno fa, sempre sulla S.S.106 morirono Teresa e Valentina Fiore le due sorelle di 25 e 21 anni, questa volta richiede alcune riflessioni che non possono essere taciute ed, insiem, una speranza. Una prima riflessione intendo rivolgerla a quanti come me, usciti dal Teatro Metropol di Corigliano Calabro, dopo aver visto Timp russ a Russan e mulicatin a Crojiani una bellissima commedia in dialetto coriglianese e rossanese (che ha fatto registrare il pienone in sala), nel ritornare a casa hanno dovuto assistere peraltro dopo una serata piacevole e densa di risate allennesima tragica scena di morte Il messaggio della commedia teatrale peraltro torna prepotentemente a scuotere le coscienze: si parla dellunione tra i comuni di Rossano e Corigliano Calabro, dei problemi che questi due grossi centri debbono affrontare mettendo da parte la loro storica rivalità e poi non si capisce perché tra i problemi (tutti urgenti, non cè alcun dubbio), che essi dovranno affrontare Ospedale Unico, Rifiuti, Soppressione del Tribuna di Rossano, ecc. non figura quello relativo alla viabilità e, più in generale ai Trasporti che sullo jonio calabrese dalle linee ferroviarie ormai inesistenti alla strada Statale 106 che è sempre più strada della morte risultano le principali cause di morte, di povertà e di spopolamento! Il lenzuolo che gli artisti alla fine della rappresentazione hanno posato sul palco del Teatro Metropol (il lenzuolo che divideva le due comunità rivali: quella bizantina e quella ausonica), è stato lo stesso con cui le forze dellordine hanno dovuto coprire lennesima giovane vittima della strada della morte questa notte. Quello stesso lenzuolo viene puntualmente gettato ad arte da quanti parlando dei problemi della calabria jonica e del mio territorio intendono coprire e nascondere il problema di tutti i problemi: una lingua dasfalto e di morte che è destinata ad essere ricordata solo in occasione di eventi tragici. Siamo un popolo di timorosi, di deboli! Non abbiamo il coraggio di affrontare e risolvere un problema che ormai proprio psicologicamente ci annienta e ci rende più piccoli di come siamo! La verità è queste ed è semplice: ci sentiamo sconfitti di fronte alla S.S. 106 e non abbiamo coraggio! Cè di peggio in questo quadro sconfortante: il coraggio chi non ce lha, non se lo può dare diceva Alessandro Manzoni. Ed è proprio così! Altra riflessione è giusto dedicarla alla rotonda presente sul luogo dellincidente. Una opera nata nellambito di un finanziamento per la messa in sicurezza della S.S, 106 che però è pericolosissima. Rivendico il diritto sono stato tra i primi e pochi, forse lunico ad aver detto da sempre che fanno parte di quegli inutili investimenti a pioggia che lAnas spesso realizza (peraltro non bene!), per dare un ridicolo contentino alla nostra Regione. La morte del giovane Egidio serva da monito, inoltre, a quei politici lungimiranti dellAlto Ionio cosentino che invece di assumersi il coraggio e la responsabilità di fare di tutto affinché siano avviati e conclusi al più presto i lavori del Megalotto 3 per lammodernamento del tratto di S.S: 106 che collega Sibari a Roseto sfociano nel più degradante populismo e per motivazioni incomprensibili (o elettorali), lottano contro la realizzazione di questa infrastruttura e, quindi, contro la vita! La morte di tanti altri giovani sarà sulla loro coscienza soprattutto se quella infrastruttura non sarà realizzata a causa del loro pavido atteggiamento! A ciò gli irresponsabili sindaci, ambientalisti, associazioni ecc. dellalto jonio cosentino non pensano! Penserò io a ricordare loro quante e quali siano le loro responsabilità in futuro se non ci sarà lammodernamento del Megalotto 3 Infine, una ultima riflessione riguarda la Chiesa calabrese pronta ad esprimere solidarietà al Direttore de LOra della Calabria per la censura dei giorni scorsi (chi non lo farebbe del resto!), e condanne nei confronti degli autori di questo gesto che da tutti, me compreso, è ritenuto incredibile e vergognoso. Poi però la Conferenza Episcopale Calabra parla di etica e morale e di speranza al presente ed al futuro di questa terra senza riuscire a dire ormai da anni una parola per la vita e contro la morte che corre lungo la strada Statale 106 Ionica Calabrese. È proprio triste constare quanto la Chiesa calabra sia distante da quella di Papa Francesco! Infine, la speranza: quella relativa agli altri ragazzi coinvolti nellincidente che sono gravemente feriti, che sono stati trasportati in ospedale. Uno è molto grave: pare gli sia stato amputato un piede. In questo momento mi sento di esprimere sentimenti di cordoglio e vicinanza alla Famiglia Aloisio per la perdita del loro figlio che mi addolora profondamente e mi rattrista e sono vicino con il pensiero alla famiglia di questo giovane che versa in gravi condizioni ed anche alle famiglie degli altri giovani coinvolti. Fabio Pugliese
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