
Mai come questa volta sono stati tanti gli amici e amiche cariatesi che mi hanno voluto chiamare per dire la loro sulla ordinanza sindacale di rimozione dalla spiaggia del lungomare di “natanti, relitti di imbarcazioni, materiali ed accessori vari come corde, ormeggi e argani”, così come recita testualmente la nota.
Anch’io sono restato basito, se così si può dire, alla lettura del provvedimento che forse nasconde qualcos’altro, che non arrivo sinceramente a comprendere. Mi auspico che qualche amministratore spieghi la vera natura della decisione.
Cariati resta a tutti gli effetti un borgo antico forte delle sue più antiche tradizioni culturali e lavorative che ritengo, a mio modesto parere, debbano continuare ad alimentarsi per quanto possibile.
Quindi, non ci vedo nulla di indecoroso di rendere visibile ai turisti più affezionati, e anche ai nuovi, il ventaglio di oggetti che ancora servono, per fortuna, a reggere in parte le sorti della micro economia cariatese, a onore del vero piuttosto asfittica.
Forse per meglio promuovere un’immagine più curata del litorale, in vista della stagione estiva, si sarebbe potuto partire da un altro tipo di decisione. Per giunta non sono poche le criticità che, attualmente, incidono negativamente sull’immagine del lungomare, basta farsi una passeggiata per averne prontezza.
Insomma, forse riguardo al tema si sarebbe potuto intraprendere un strada più inclusiva. Cioè più equilibrata, che puntasse alla sistemazione degli oggetti incriminati, eliminando anche forse qualcosa di troppo e di abbandonato da tempo.
Ho l’impressione che si è voluto praticare un taglio netto di tutto quello che, a mio parere, rende d’altronde invece affascinate il lungomare, identificandolo nella sua massima vocazione che testimonia la vera storia della comunità.
Ricordo che in tale direzione in molti altri Comuni per ricordare i mestieri, ad esempio, oggetto della storia locale e, altresì, provare a salvarli, si fa di tutto per farli riviverne le difficoltà, le astuzie e forse anche le emozioni.
Infatti, solo attraverso la trasmissione della memoria è possibile impedire la scomparsa di importanti testimonianze di “cultura materiale”, come è quella relativa al lungomare di Cariati.
Mi sbaglierò pure, ma sentivo di esprimere quanto pensassi e quanto mi hanno trasferito, ripeto molti amici e amiche cariatesi, nonché turisti che frequentano da tempo la comunità.
Nicola Campoli
Foto gentilmente offerta da Michele Cipriotti
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