
Le mamme che lavorano fuori casa hanno quasi tutte una caratteristica in comune. Come le lumache, la casa se la portano dietro. Riesce loro la quadratura del cerchio. Sono attente, presenti e precise sul lavoro. E sono attente, presenti e precise per la famiglia. Lo hanno fatto, con tenacia e spavento, molte mamme lavoratrici fuori casa della generazione del dopo femminismo.
Pare invece, che abbiano dubbi e siano piuttosto demoralizzate le mamme di oggi. Infatti, quasi otto mamme su dieci, si sono dimesse dal loro posto di lavoro. E quattro di loro su dieci, hanno detto che la ragione era la difficoltà a gestire insieme, figli e lavoro. Il tema è sdruccievole.
Proprio per questo credo che vada affrontato, con una programmazione seria che sia in grado di garantire, questa fascia di donne che spesso si arrendono. E si arrendono sicuramente per il denaro che serve a pagare la baby sitter, che spesso si porta via lo stipendio del lavoro. Per gli asili che non ci sono, per i posti al nido che sono una lotteria. E così danno le dimissioni. Dare alle mamme sostegno economico, servizi sociali, sgravi fiscali, oneri flessibili è necessario. Sarà in grado l’attuale amministrazione regionale calabrese, a delineare tutto ciò? Se sarà in grado, forse aiuterebbe anche una campagna di informazione sulla crescita dei figli, delle mamme che non si occupano di loro a tempo pieno. Conciliare la vita della mamma con il figlio, tenere a bada il suo senso di colpa, sarebbe un modo per proteggere il talento di tante donne, prezioso e indispensabile per tutta la Calabria.
Maria Josè Caligiuri
Responsabile Regionale del Dipartimento Diritti Umani e Libertà Civili di Forza Italia in Calabria
Views: 0
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.