
Tre storie, due all’estero una in Italia.
La prima storia: a Marsiglia, i tifosi hanno pensato bene di accogliere un ex giocatore della locale squadra di calcio passato alla concorrenza (dall’Olympique Marsiglia all’Olympique Lione) impiccandone il simulacro in mezzo a una delle curve dello stadio, senza che l’arbitro rilevasse alcunché di strano; poi, quando lo stesso giocatore ha segnato per la sua nuova squadra, è successo di tutto e la partita è stata anche sospesa per una mezzora. Ci dev’essere qualcosa, in quel fenomeno socio-antropologico chiamato calcio (che alcuni, contro ogni evidenza, si ostinano a considerare uno sport) che altera gli equilibri psichici dei seguaci: l’idiozia c’inquina, il calcio tombola. Magra consolazione per noi italiani: gli imbecilli non riempiono solo i nostri, di stadi.
A proposito d’inquinamento, ecco la seconda storia: La Volkswagen è stata beccata a imbrogliare e raccontare frottole sulla qualità dei sistemi antismog dei suoi motori diesel. Per un po’ ha provato a smentire, come il più patetico dei politici di casa nostra, poi ha dovuto confessare: aveva truccato il sistema che regola le emissioni di gas di scarico per superare i noiosi controlli dell’Epa, lagenzia americana che si occupa di controlli ambientali. In questo caso la consolazione per noi italiani è più forte: noi passiamo per essere i campioni dell’imbroglio, e poi si scopre che la Volkswagen la mitica, inappuntabile, imbattibile, perfetta e soprattutto tedesca Volkswagen si comporta peggio del più squallido nostrano fabbricante di false borse griffate.
Ma a smorzare le pur miserande consolazioni generate dalle prime due storie, ecco la terza, tutta italica: una giuria qualificata - o sedicente tale - assistita dal pubblico a casa, decide che la signorina Sabatini Alice da Castro, provincia di Viterbo, fino a settembre del 2016 sarà la più bella ragazza d’Italia.
Se sia la più bella è opinabile, visto che nulla è più discutibile che un giudizio del genere; in compenso è escluso che sia la più intelligente. La miss ha infatti pensato bene, dopo le lacrime d’ordinanza e le rituali dichiarazioni di gioia e incredulità (Sono felice, ancora non ci credo, faccio fatica a realizzare) di dire una stupidaggine da Guinness dei primati: una cosa tipo: Avrei voluto vivere nel 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale, tanto io la guerra mica la facevo. Tradotto: mi sarei goduta lo spettacolo, tanto a morire ammazzati ci andavano gli altri.
Va be’, era un concorso di bellezza, mica di cultura e buon gusto.
Dispiace che questa dichiarazione dia forza al maligno stereotipo secondo il quale è difficile che una donna bella possa essere anche intelligente. Uno stereotipo meschino e maschilista, conveniamone, che offende le innumerevoli donne che oltre ad essere intelligenti, colte e sagge sono anche belle. E allora correggiamolo. La cosa, in effetti, non riguarda le donne belle ma solo quelle che partecipano ai concorsi di bellezza e neanche tutte: in altri termini, per partecipare a Miss Italia essere oche non è necessario.
Però aiuta.
Giuseppe Riccardo Festa
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