
Se Cariati non vive la sua stagione migliore, oggi come ieri, é inevitabile guardare al suo Sindaco. Non vogliamo certo considerarlo come capro espiatorio unico delle inefficienze del Paese, ma inevitabilmente resta l’interlocutore principale cui cariatesi e turisti rivolgono le loro giusto lagnanze. Premesso che nessuno dubita della sua integrità personale e del suo impegno, troppi, però, i segnali che indicano che qualcosa continua a non andare e che il Primo cittadino ha fatto poco. Non ultimo il problema della raccolta differenziata che non é stata avviata in maniera struttura e i cui risvolti negativi, da noi ampiamente anticipati, si vedono. Non ultime le diverse discariche che insistono sul perimetro cittadino e alle quali negli ultimi giorni qualche irresponsabile ha dato fuoco, arrecando un danno di immagine che non ha limiti. Sero, che siamo certi resterà saldo al vertice dell’amministrazione sino alla scadenza naturale della consiliatura prevista per la prossima primavera, non può pensare di rispondere al disagio dei cariatesi, trincerarandosi dietro un silenzio assordante. Provi a fare quello che non ha fatto negli ultimi anni. Un atto di generosità verso i cariatesi, risolvendo problemi atavici. L’avvocato Sero non può illudersi di affrontare l’ultimo anno del suo mandato come se nulla fosse. Si prende una responsabilità enorme verso la comunità, lasciando la stessa in una condizione di non ritorno. Non sarebbe giusto verso chi gli ha dato fiducia, eleggendolo per ben due mandati consecutivi. Deve essere capace di uno scatto di orgoglio. Non può affossare l’identità cariatese, ma ha l’obbligo di affrontare in quest’ultimo anno l’affrontabile. Lasci al suo successore una Cariati che almeno “respiri” sia in termini decoro urbano, sia sociali. Permane da tempo tra la gente una situazione di diffuso malcontento e disagio relazionale, che rappresenta una “polveriera” della quale non si può fare finta di niente, nascondendosi dietro il proprio IO. Urge un soprassalto di orgoglio. Occorre un sussulto di consapevolezza. Farsi contagiare dall’idea che tanto c’é poco da perdere, perché tanto il grosso é già perso! Nicola Campoli
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