
JONIO – Circa la pacata e, finora, civile polemica sulle condizioni della statale 106, interviene lassociazione europea di Otto Torri sullo Jonio, il sodalizio Onlus che, in verità, documenta e denuncia da tempo, senza i fronzoli dellappartenenza, le malvagità di una strada senza uscite. Ma davvero è pensabile commenta il presidente Lenin Montesanto che lonorevole Giovanni Dima possa essere considerato il capro espiatorio di quasi 70 anni di oblio repubblicano sulle infrastrutture calabresi? Invito pubblicamente sindaci e politici di questo territorio, impegnati negli anni 70, 80 e 90 a dire se la situazione attuale è peggiore, migliore o uguale a quella di qualche decennio fa allorquando lallora Gerardo Mario Oliverio (attuale presidente della Provincia i Cosenza, ndc) invitava a Roma i sindaci dello Jonio per far loro ascoltare che non cera neppure un progetto per la 106. Montesanto gira ai cittadini una domanda (neutra da tutti i punti di vista): Lo stato dellarte della 106, intendo progetti e cantieri (aperti chiusi o da aprire), è valutabile come migliore, peggiore o uguale agli ultimi 30 anni? A partire dalla risposta che, in buona fede, ognuno riterrà più verosimile, è affrontabile ogni confronto ulteriore. Altrimenti, come purtroppo e spesso capita in questa terra maledetta, si fa lunica cosa che meglio riesce al calabrese medio: aprire il vaso dellauto-distruzione e coltivare odi, diffidenze, invidie e gelosie, personali e politiche al tempo stesso. Un consiglio: Ci si fermi un attimo e per una buona volta si guardi al futuro, senza dimostrare di avere, per forza, lo sguardo pessimista sui piedi bloccati nelle sabbie mobili del passato; di un passato politico che, visto dalle nuove generazioni, non dovrebbe assolvere nessuno della classe politica e dirigente degli ultimi decenni. Non conosco la risposta che, a quellinterrogativo, darebbero lamico sindaco di Crosia, Gerardo Aiello, o il segretario del Pdci di Rossano, Salvatore Forciniti, ai quali esprimo un grazie per tenere comunque in piedi lattenzione sullhandicap 106. Questa è la mia risposta, da cittadino e da professionista pendolare su questa mulattiera: non credo, volgendo lo sguardo e la memoria al passato, che la situazione attuale sia peggiore rispetto a quella alla quale hanno assistito, negli ultimi 30 anni, i miei genitori e, con loro, tanti rappresentanti politici di tutti i partiti poi storicamente confluiti in altre sigle politiche, alcuni dei quali da allora impegnati a ricoprire ed occupare posizioni, politiche ed istituzionali, importanti. Linvito: Non serve a nessuno imbastire processi storici, né emettere sentenze popolari contro il passato. Né spetta a me dire, in questa sede, se la situazione attuale sia oppure no migliore di quella di qualche decennio fa, allorquando giusto per ricordare un po di storia lattuale Presidente della Provincia, Mario Oliverio, da deputato, invitava tutti i sindaci dello Jonio a Roma, presente lAnas, per far loro ascoltare, dalla viva voce dei responsabili, che non cera alcun progetto in merito allammodernamento di questa arteria (e ricordo benissimo che, a quel punto, un sindaco di questa zona, giustamente sbigottito, si alzò e lascio quella riunione per protesta!). Forse hanno ragione quanti pensano che la situazione attuale sia uguale al passato: il futuro della 106 va ancora scritto. Ma davvero, oggi, questo territorio, può pensare, con onestà intellettuale e memoria storica, che possa essere, ad esempio, Giovanni Dima, deputato da meno di 2 anni, il capro espiatorio di quasi 70 anni di oblio repubblicano, e di tutta la rappresentanza meridionale in Parlamento, sulle infrastrutture calabresi? Evitiamo di offenderci, esigendo, certo, la massima attenzione su questa strada come su altre questioni aperte, ma senza bruciare i libri di storia. Altrimenti, continueremo a perdere. Tutti.
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