
Ieri sera ero in centro a Milano al termine di una due giorni di lavoro confindustriale. Giornate di quelle belle, ma stancanti. Di preciso, ero a cena in zona Navigli attorno alle ore 20.00. Avevo deciso, cosa strana per il sottoscritto, di lasciare il cellulare nel cappotto. L’intento era “staccare” per un po’ la spina, visto anche che a strettissimo “giro di gomito” avevo principalmente degli amici carissimi con i quali c’era il desiderio di scambiare, amabilmente, un po’ di chiacchiere in libertà, senza le soliti distrazioni. Ed il cellulare, purtroppo, lo è diventato … anche a tavola!
Al termine sono rientrato in albergo e una volta in camera ho ripreso possesso dello stesso. Per un attimo mi sono spaventato. C’erano decine di messaggi da parte di persone di ogni tipo. Naturalmente tutti amici e amiche. Mi sono meravigliato ma anche, inizialmente, preoccupato di quel fiume di messaggi. Cosa mai fosse successo? In quei pochi secondi la mente ha fatto tanti cattivi pensieri. Poi ho realizzato che si trattava di una circostanza piacevole, che ho scoperto solo dopo pochi minuti, quando ho cominciato a leggere.
Ebbene i tanti mi segnalavano che la “mia Cariati” era niente poco dimeno sul TG1 delle 20.00. Un servizio interessante ed esplosivo. Che puntava alla riapertura dell’ospedale locale. Una vecchia e annosa vicenda che questa volta vedeva come protagonista un appello da parte di una persona importante e autorevole. Insomma, addirittura anche il cantante Roger Waters fondatore e componente dei Pink Floyd si è esposto per la giusta causa dell’apertura dell’Ospedale di Cariati.
L’ha fatto in una intervista che farà parte del docufilm sulla situazione sanitaria calabrese realizzato da Federico Greco e Mirko Melchiorre per Studio Zabalik, con la preziosa collaborazione di Emergency. “Questa storia mi fa venire in mente di prendere la macchina, andare a Cariati e stappare una bottiglia di vino con loro e aiutarli, perché hanno bisogno di aiuto e stanno facendo una cosa sacrosanta”, così nell’intervista l’autore di The Wall.h
Il movimento Le Lampare di Cariati che un anno fa ha avviato l’occupazione dell’ospedale che ha strutture ed attrezzature pronte all’uso, ma è chiuso, ahimè, dal 2011, ribadisce la necessità di “lanciare ancora il messaggio che viene dai territori: Cariati Ospedale Subito, Cariati nella rete ospedaliera.” Da oltre un anno gli attivisti del movimento locale occupano un reparto dell’ospedale dismesso di Cariati, centro con poco meno di 8.000 abitanti della provincia di Cosenza, chiuso 11 anni fa. Ora a dar loro man forte è arrivato la leggenda vivente della musica, Roger Waters, storico leader dei Pink Floyd, la band più influente nella storia del rock. La dichiarazione è solo una parte di un’intervita raccolta, grazie alla mediazione del regista inglese Ken Loach, da Greco e Melchiorre. Il loro nuovo film arriverà presto nelle sale cinematografiche con il titolo “C’era una volta in Italia-Giacarta sta arrivando”.
Come un mito del calibro di Roger Waters abbia saputo della causa del piccolo centro dello Ionio cosentino lo spiega Federico Greco. “Il Ministro della Salute, Roberto Speranza chiamò Emergency e Gino Strada, affinché dessero una mano per fronteggiare l’emergenza iniziale Covid con i loro ospedali da campo. Noi eravamo in contatto con Strada e venimmo a sapere della lotta di Cariati. Così abbiamo deciso di alzare il tiro per dare maggiore risonanza alla vicenda. Siamo stati a Cariati più volte, seguendo la battaglia per l’ospedale, abbiamo conosciuto le persone che stanno lavorando per questo obiettivo e abbiamo deciso di inserire il piccolo Comune calabrese nel film come esempio di quanto sta accadendo in Italia e nel mondo con la privatizzazione di una sanità di cui il Covid ha evidenziato drammaticamente le carenze”.
“Per fare questo – aggiunge il regista – abbiamo contattato personalità di fama mondiale e fra queste Ken Loach, che ci ha messi in contatto con Roger Waters. A Waters abbiamo raccontato la vicenda di Cariati e lui ha lanciato l’appello. Credo che il nostro film possa dare una grossa mano per la soluzione del problema dell’ospedale”. I fatti narrano che da Crotone a Policoro esiste il solo pronto soccorso di Rossano che sta letteralmente scoppiando. Esso risponde a un bacino d’utenza di 100.000 persone dove non ci sono strutture per il pronto intervento e le ambulanze viaggiano senza medico a bordo. Ormai è di dominio pubblico che la chiusura dell’ospedale di Cariati ha rappresentato davvero un gravissimo errore.
Nicola Campoli
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