
■Antonio Loiacono
L’articolo recentemente pubblicato su CariatiNet l’11 agosto scorso ha lanciato un allarme sulla diffusione della Peste suina africana (PSA) in Calabria, evidenziando la crescente preoccupazione per questa emergenza sanitaria che sta colpendo diverse regioni italiane. Al momento, i dati riportano 18 focolai in Lombardia, 5 in Piemonte e 1 in Emilia Romagna, segnalando una diffusione che non può essere sottovalutata.
Il Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, Giovanni Filippini, ha cercato di calmare le acque in un’intervista all’ANSA, sottolineando che, sebbene la situazione sia complessa, non è ancora arrivata al punto di essere definita “drammatica”. Tuttavia, la prudenza è d’obbligo, soprattutto in considerazione della preoccupazione crescente tra gli allevatori e le associazioni di categoria, che sono in prima linea nella gestione delle conseguenze di questa epidemia.
Filippini ha chiarito che, per il momento, non è prevista l’emanazione di nuove ordinanze, poiché si attende di valutare gli effetti delle misure già adottate. Questo approccio, seppur rassicurante, potrebbe non bastare a placare le ansie di chi, giorno dopo giorno, vede crescere l’incertezza sul futuro delle proprie attività economiche e sulla salute degli animali.
È evidente che la situazione è in continua evoluzione e richiede una vigilanza costante. Il Commissario ha assicurato che la struttura commissariale ed i ministeri competenti stanno monitorando attentamente l’evolversi della situazione, pronti a intervenire con ulteriori provvedimenti se necessario. La priorità resta quella di contenere il virus all’interno delle zone già colpite, evitando che si diffonda ulteriormente in altre aree del Paese.
La Calabria, che ancora non risulta direttamente coinvolta, osserva con apprensione quanto sta accadendo nelle regioni settentrionali. L’articolo di CariatiNet ha opportunamente messo in luce i timori legittimi che attraversano il settore suinicolo, non solo per gli allevatori locali, ma per l’intera filiera produttiva nazionale. L’emergenza PSA richiede non solo misure tempestive e adeguate, ma anche una comunicazione trasparente e rassicurante per evitare il diffondersi di panico ingiustificato.
Sebbene le autorità stiano gestendo la crisi con attenzione, il rischio che la PSA possa avere conseguenze devastanti per l’economia agricola italiana non può essere ignorato. La prudenza e la tempestività nell’adozione di misure saranno cruciali per arginare questa minaccia e garantire la sicurezza del settore suinicolo nel nostro Paese.
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