
■Antonio Loiacono
La recente decisione della Sinistra Europea, sostenuta anche dal Movimento 5 Stelle, di votare contro la fiducia alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, è stata motivata da una serie di ragioni fondamentali. Tra queste spiccano una postura bellicista, una scarsa attenzione ai temi del lavoro e delle disuguaglianze, un approccio insufficiente alla questione ambientale e una mancanza di investimenti pubblici strategici.
L’articolo di Pasquale Tridico, capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, apparso oggi sulle pagine del CRS (il Centro di Studi e Iniziative per la Riforma dello Stato, nato nel 1972 su iniziativa del Partito Comunista Italiano e che si caratterizza per un’elaborazione intellettuale in grado di stimolare il dibattito tra partiti, istituzioni e studiosi di diversa estrazione e cultura politica), offre una critica articolata e profonda del programma di Ursula von der Leyen, sottolineando le differenze sostanziali tra la visione dell’attuale Presidente della Commissione Europea e quella proposta da Tridico. L’analisi si articola in tre principali aree: difesa, lavoro e povertà, ambiente ed economia.
Tridico critica l’istituzione di un Commissario per la difesa proposto da von der Leyen, che percepisce come un passo verso una “transizione militare” piuttosto che una strategia di difesa europea razionalizzata. Sottolinea che questa iniziativa non è paragonabile al progetto della Comunità Europea di Difesa degli anni ’50, che mirava a una difesa collettiva alternativa alla NATO, ma piuttosto a un sistema aggiuntivo che potrebbe aumentare la spesa militare complessiva. Secondo Tridico, questo approccio potrebbe favorire una corsa agli armamenti e minare la fiducia tra gli Stati, invece di promuovere soluzioni diplomatiche.
Nel settore del lavoro e delle politiche sociali, Tridico riconosce gli sforzi precedenti di von der Leyen, come la direttiva sul salario minimo e la proposta di un reddito minimo. Tuttavia, critica l’attuale mancanza di progressi significativi in questi ambiti, soprattutto alla luce della crisi inflazionistica che ha aggravato la situazione economica dei lavoratori a reddito fisso. Tridico evidenzia la necessità di politiche più incisive, come l’introduzione di un salario minimo legale e di un reddito di cittadinanza europeo, per affrontare la povertà e le disuguaglianze. Sottolinea inoltre l’importanza di proteggere i lavoratori più vulnerabili, come i migranti, attraverso normative più rigorose contro lo sfruttamento e la precarietà lavorativa.
Tridico esprime il proprio giudizio anche sull’approccio di von der Leyen alla transizione verde, ritenendolo insufficiente in presenza di politiche di austerità e di un rinnovato Patto di stabilità che richiede tagli alla spesa pubblica. Sostiene che queste politiche “ostacolano la possibilità di realizzare un piano economico progressista che possa sostenere la crescita, l’occupazione e la sostenibilità ambientale.” L’Europarlamentare M5S, richiama l’insegnamento di economisti come Fitoussi e Stiglitz, che hanno evidenziato i fallimenti delle politiche di austerità, e propone una maggiore spesa pubblica per stimolare l’innovazione e la produttività, ispirandosi a modelli come quello di Kate Raworth ed alla visione dello Stato innovatore di Maria Mazzucato.
L’articolo dell’ex presidente dell’INPS offre una critica dettagliata del programma di von der Leyen, proponendo alternative che enfatizzano l’importanza di politiche sociali ed economiche più inclusive e sostenibili. Pasquale Tridico evidenzia la necessità di un approccio più bilanciato che privilegi la diplomazia sulla militarizzazione, “l’inclusione sociale sulla disuguaglianza, e la sostenibilità ambientale sull’austerità economica.” In questo senso, il suo intervento rappresenta una chiamata a riconsiderare le priorità politiche ed a sviluppare una visione europea più equa e sostenibile.
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