
■Antonio Loiacono
La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. Con 149 voti favorevoli e 63 contrari, la legge elimina il test d’ingresso iniziale, ma mantiene il numero chiuso, spostando la selezione alla fine del primo semestre universitario. Entro un anno, il Governo dovrà emanare i decreti attuativi per definire nel dettaglio le nuove modalità.
Il provvedimento introduce una libera immatricolazione al primo anno dei corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, senza il tradizionale test di ammissione. Tuttavia, al termine del primo semestre, gli studenti dovranno affrontare una selezione basata sui voti ottenuti negli esami universitari. Solo coloro che avranno superato questa fase potranno proseguire gli studi.
Il sistema resta quindi a numero programmato, con un accesso regolato a livello nazionale in base al fabbisogno di medici del Servizio Sanitario Nazionale e alla disponibilità delle borse di specializzazione.
Durante il dibattito in Aula, le opposizioni – con il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle in prima linea – hanno accusato la maggioranza di aver illuso gli studenti, annunciando l’abolizione del numero chiuso quando, di fatto, la selezione è stata solo posticipata: “Un bluff, il numero chiuso resta!”
La deputata Marianna Ricciardi (M5S) ha parlato di “voto farsa” e di una riforma che favorisce le raccomandazioni, creando un sistema in cui gli studenti saranno valutati su esami diversi a seconda dell’ateneo di iscrizione. “Dicono di aver abolito il numero chiuso, ma in realtà ci sarà una selezione dopo sei mesi. È un sistema iniquo e lacunoso che farà male agli studenti e al nostro Servizio Sanitario Nazionale”, ha dichiarato.
La legge si compone di tre articoli principali:
Articolo 1: potenzia il Servizio Sanitario Nazionale, aumentando il numero e la qualità dei professionisti sanitari.
Articolo 2: introduce l’accesso libero al primo semestre e la selezione basata su esami e una graduatoria nazionale di merito.
Articolo 3: rivede le normative attuali per adeguarle al nuovo sistema.
Secondo la maggioranza, rappresentata da Fratelli d’Italia, la riforma segna un passo avanti rispetto a un sistema considerato iniquo, che spesso penalizzava il merito a favore della fortuna nei quiz d’ingresso. Tuttavia, resta il nodo della selezione posticipata, che potrebbe generare incertezza tra gli studenti e aumentare la competizione nei primi mesi di università.
Mentre si attendono i decreti attuativi che definiranno nel dettaglio le nuove regole, la discussione politica sulla reale efficacia della riforma è destinata a proseguire.
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