
■Antonio Loiacono
C’era una volta… no, non una favola, ma una volta vera, affrescata, che sovrastava i fedeli nella Chiesa Madre di Santa Maria Assunta a Scala Coeli. Un capolavoro, realizzato alla fine degli anni ’40 da un artista locale, Riccardo Marino, che dava al soffitto l’illusione di un cielo azzurro, in cui la Madonna dell’Assunta ascendeva verso il Padre. Un’immagine potente, che per decenni ha accompagnato le preghiere di un’intera comunità.
Poi, grazie al DPCM del 26/11/1999, viene assegnato al Comune di Scala Coeli un finanziamento di 830 milioni di lire per il consolidamento e restauro della Chiesa Madre: un intervento che, invece di preservare anche quell’opera, ne decretò la scomparsa. La volta affrescata fu rimossa e mai più ricollocata. Al suo posto, una semplice travatura in legno, spoglia e anonima. Il cielo che aveva custodito la fede di generazioni venne dimenticato!
Le ultime tracce dell’affresco conducono a un umido garage comunale, dove pare sia stato abbandonato senza alcuna protezione, esposto all’usura del tempo e all’indifferenza. Un’opera sacra, dal grande valore storico e affettivo, ridotta a un relitto dimenticato. E la domanda che molti fedeli si pongono è inevitabile: esiste ancora? E in che condizioni?
Nel corso degli anni, la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta risalente al XIV secolo (anche se le primissime fondamenta sono del 1000), ha custodito innumerevoli tesori: dal pulpito ligneo scolpito a mano del 1693 (uno dei più alti esempi di arte sacra in Calabria!) alle reliquie della Santa Croce e degli Apostoli, donate nel 1763 dal vescovo di Cariati, mons. Carlo Ronchi. Eppure, di queste reliquie oggi si è persa traccia. Così come degli affreschi bizantini della navata sinistra, inspiegabilmente mai completamente riportati alla luce. La Chiesa, prima di diventare parrocchia, era una Collegiata con diversi sacerdoti che servivano anche nelle varie zone di campagna dove viveva oltre la metà della popolazione del paese. Eppure, Scala Coeli, sembra portare sulle spalle il peso di una memoria che rischia di sgretolarsi nell’incuria.
L’attuale parroco, Don Massimo Alato, titolare della Parrocchia di Scala Coeli dal 13 settembre 2023, ha assicurato il proprio impegno per restituire alla chiesa il suo cielo perduto. Ma perché serva davvero un cambiamento, la comunità deve mobilitarsi. Non possiamo accettare che la nostra storia venga relegata in un angolo buio e dimenticato. Non possiamo lasciare che l’arte e la fede che hanno unito generazioni vengano cancellate senza battaglia.
Ora più che mai, è il momento di chiedere risposte. Di sapere dove si trova l’affresco, quali siano le sue condizioni e, soprattutto, perché non sia mai stato restaurato e ricollocato. La Chiesa Madre non è solo un edificio: è l’anima di Scala Coeli, il cuore pulsante della sua storia. Riportare il cielo azzurro della Madonna dell’Assunta sopra le teste dei fedeli non è solo un atto di restauro, ma un dovere verso il passato, il presente e il futuro di questo borgo.
Scala Coeli deve ritrovare la sua volta. E questa volta, senza più dimenticarla!

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