
A giorni Dino Zoff, il prossimo lunedì 28 febbraio, compirà ottanta anni. Un traguardo importante a coronamento di una carriera lusinghiera e prestigiosa. L’immagine simbolo per molti italiani del grande portiere, campione del mondo, è rappresentata dalla partita a carte più famosa della storia sportiva.
Quella giocata con l’allora Presidente Sandro Pertini sull’aereo che riportava a casa dalla Spagna l’Italia campione. Lui era in coppia con il Capo dello Stato, mentre i loro avversari erano il compagno di squadra Franco Causio e il tecnico Enzo Bearzot.
Mentre per il sottoscritto l’immagine da incorniciare, dell’estremo difensore juventino, è la parata plastica che lo portò a bloccare il pallone a terra sulla linea di porta dello stadio Sarriá di Barcellona.
L’Italia conduceva 3 a 2 contro il Brasile nella partita del girone a tre squadre, delle quali solo la prima in classifica si sarebbe qualificata per le semifinali.
Il cronometro segnava l’ottantanovesimo minuto. L’arbitro aveva fischiato di quella rocambolesca partita una punizione dalla sinistra a favore del Brasile. Eder va sul pallone e pennella un assist delizioso sul secondo palo, dove interviene, imperioso con i suoi 187 cm, il difensore centrale, Oscar.
Uno stacco di testa perfetto e la palla viene indirizzata violentemente verso l’angolino alla sinistra di Zoff. In una frazione di secondo, il portiere azzurro scrive la storia calcistica italiana, inchiodando quello stesso pallone sulla riga di porta.
Un riflesso magistrale, corredato da un gesto tecnico perfetto. No, non è gol, ma è la parata più bella e importante della carriera di Dino Zoff e della nazionale italiana di calcio! Il Paese intero è in piedi ad applaudire quel gesto a dir poco fantastico, che suggellerà una generazione di giovani italiani, tra i quali chi scrive, mettendo così a tacere definitivamente i detrattori di Zoff e facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti i tifosi italiani.
Nicola Campoli
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