
FONTE: WINENEWS.IT Mettere a disposizione i terreni di proprietà dei Comuni per favorire la nascita di nuove imprese agricole o, nel caso di spazi più limitati, di orti urbani e spazi verdi collettivi, piccole coltivazioni di frutta, alcuni filari di vigna, magari di vitigni antichi e autoctoni tipici di quel luogo. È lappello-proposta che, proprio oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Terra le Città del Vino lanciano ai sindaci delle terre del vino, ma anche tutti gli altri primi cittadini italiani, per la salvaguardia dei terreni agricoli che rischiano non solo la cementificazione, ma anche labbandono (www.terredelvino.net). La Giornata Mondiale della Terra, indetta dalle Nazioni Unite, si celebra oggi, 22 aprile, giorno in cui nel 1970 nacque negli Stati Uniti un movimento guidato dal senatore Gaylord NELSON che incoraggiò i suoi studenti a mobilitarsi per le cause dellambiente. Ogni anno si calcola che circa 500 milioni di persone partecipano alle iniziative legate allevento. E anche le Città del Vino lanciano la propria proposta rilanciando un tema, quello della tutela delle aree agricole e del paesaggio che sta molto a cuore ai Comuni del vino e per il quale le Città del Vino si battono da sempre. In un momento così difficile – sottolinea il presidente delle Città del Vino Pietro IADANZA – per le casse comunali, la tentazione di vendere terreni di proprietà per fare cassa, con il rischio di aumentare i volumi di nuovo cemento, è forte, ma occorre riflettere su possibili occasioni di sviluppo locale a costo zero per la pubblica amministrazione e a saldo positivo per la tutela dellambiente, la salvaguardia del paesaggio e, perché no, anche è per lavvio di piccole imprese produttrici di ortofrutta a chilometro zero. Molti Comuni dispongono di terreni che, per vincoli o destinazioni duso stabilite dai piani urbanistici, non possono essere, per fortuna, utilizzati per realizzare insediamenti produttivi o abitativi, rischiano però di essere abbandonati se già non lo sono da tempo perché il Comune non dispone delle risorse e del personale per la loro cura. E proprio questi terreni, infatti, secondo le Città del Vino, potrebbero essere affidati a cooperative, associazioni di volontariato, associazioni di pensionati, singoli cittadini che, pagando magari un piccolo e simbolico affitto annuale, potrebbero riqualificare le aree verdi abbandonate trasformandole in orti urbani, piccole coltivazioni di frutta, quandanche impiantare alcuni filari di vigna, magari di vitigni antichi e autoctoni tipici di quel luogo, anche solo per rendere più gradevole il paesaggio urbano.
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