
■Antonio Loiacono
Il Mediterraneo, mare che troppo spesso diventa tomba per chi cerca una vita migliore, ha visto nuovamente il dramma della migrazione trasformarsi in tragedia. Le condizioni di calma apparente del mare, che favoriscono le partenze delle “carrette del mare”, hanno portato a due catastrofici incidenti nel giro di poche ore.
Ad un centinaio di miglia dalle coste calabresi, una barca a vela si è rovesciata lasciando 66 passeggeri dispersi. Tra loro, secondo i sopravvissuti, ci sarebbero almeno 26 bambini. L’incidente, avvenuto durante la notte, ha visto l’intervento di una nave francese che ha lanciato un “may-day” dopo aver recuperato 12 persone dal veliero semiaffondato. La Guardia Costiera italiana, rispondendo all’allarme, ha inviato un aereo e due motovedette, riuscendo a portare i superstiti a Roccella Ionica.
Purtroppo, durante le operazioni di soccorso, una donna è deceduta. I sopravvissuti hanno raccontato che il motore dell’imbarcazione, partita otto giorni prima dalla Turchia, si è incendiato causando il rovesciamento dello scafo. I migranti provenivano principalmente da Iran, Siria e Iraq. Le ricerche dei dispersi continuano, con il coinvolgimento di mezzi della Guardia Costiera e di Frontex. Un team di Medici Senza Frontiere è sul posto per offrire assistenza psicologica ai superstiti, che descrivono una scena di puro orrore e disperazione.
Nel frattempo, a sud di Lampedusa, un’altra imbarcazione è stata soccorsa da una nave umanitaria. Purtroppo, per 10 persone trovate morte nel ponte inferiore allagato, l’aiuto è arrivato troppo tardi. Questa nuova tragedia avviene all’indomani del G7 di Borgo Egnazia, che aveva lanciato una coalizione “per prevenire e contrastare il traffico di migranti“.
Le cifre delle organizzazioni umanitarie sono agghiaccianti: l’UNHCR, l’OIM e l’UNICEF contano oltre 800 morti e dispersi nel Mediterraneo centrale solo quest’anno, una media di 5 al giorno. Queste organizzazioni chiedono con urgenza un potenziamento dei soccorsi per evitare ulteriori perdite di vite umane.
Mentre le acque del Mediterraneo rimangono teatro di disperazione, le promesse politiche e le azioni concrete sembrano lontane dal fornire una soluzione definitiva. Ogni giorno che passa senza un intervento adeguato, altre vite innocenti sono a rischio, ed il mare continua a reclamare le sue vittime.
In un contesto tanto drammatico, l’indifferenza non può essere un’opzione. La comunità internazionale deve agire con decisione e umanità, per porre fine a questa continua e straziante tragedia.
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